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Monete imperatoriali e imperiali di Roma p. I – Da Giulio Cesare (100 a.C. –
44 a.C.) a Zenone (476 – 491 d.C.)
Con una rifiorita
insolita veste autorale, Pietro Nigro presenta al suo esteso pubblico di lettori
la storia (Parte prima) di un tesoro tanto remoto quanto da sempre legato
all’economia di ogni Stato perché legato agli scambi, alla ricchezza interna
d’ogni nazione e alla prosperità dei cittadini che lo guadagnano e lo
risparmiano. Stiamo parlando dell’antica forma di pagamento circolante, la
moneta – dal latino monēta (m) che significa ‘zecca’, in principio impiantata
all’interno del tempio di Giunone Moneta, l’Avvertitrice, sull’altura nord del
Campidoglio a Roma e dal greco Mnĕmosýnē, personificazione della memoria e madre
di tutte le Muse – dell’epoca in cui la ‘città eterna’ ebbe i suoi imperatori a
cominciare da Caio Giulio Cesare, grande generale romano, scrittore di opere
celeberrime come il De bello gallico (e non solo), purtroppo, freddato nella
sala del Senato a colpi di pugnali, tra i tanti dei quali anche quello di suo
figlio adottivo Bruto.
Il motivo di tanta nostra
storia italica sapientemente avviluppata alla quantità dei denari metallici
vigenti nei rispettivi periodi – in relazione ai governanti imperiali che si
succedettero con le loro consorti, le cui effigi maschili o femminili furono
impresse sul denaro stesso – trae linfa dalla generosa donazione della raccolta
monetale del professore Pietro Nigro alla giovane nipote Alessandra, laureatasi
in Ingegneria gestionale all’Università di Pisa, la cui foto in primo piano è
stata inserita sul finale del libro-catalogo.
In effetti è un
testo-vetrina abbastanza vasto, carrellata quasi unica d’un pezzo di storia tra
riproduzioni di dischetti di scambio e particolareggiate biografie, dove la
curiosità di qualsiasi lettore sarà soddisfatta sia a livello d’immagini
riprodotte del bene economico con tanto di specifico nome, sia per le notizie
biografiche della figura politica (o consorte) ritratta sul denaro sonante
coniato durante il suo relativo tempo di carica pubblica.
Certo trattasi di una
particolare divulgazione che soprattutto si rivolge ai collezionisti, studiosi
ed esperti in numismatica, ma è anche vero che la parte storiografica è notevole
non rintracciabile allo stesso modo sui libri di scuola, per cui vale alquanto
la pena approfondirla, leggendola, per farsi un quadro della genealogia e
parentela nobile-altolocata romana del periodo imperiale, tra intrighi e
matrimoni d’interesse, morti violente perlopiù organizzate da nemici ed esili
forzati, smodate ambizioni e guerre per l’ampliamento ulteriore dell’impero.
«[…] Tra alti e bassi la
guerra contro i popoli germanici continuò fino al 12 d.C. L’anno successivo
Tiberio divenne co-reggente di Augusto. Nel 14 si recò a Capri presso
l’imperatore. Mentre ritornavano a Roma, Augusto, ormai prossimo alla fine, fu
costretto a fermarsi presso la sua villa di Nola. Tiberio proseguì verso Roma da
solo, ma dovette ritornare perché Augusto stava morendo o era già morto. Tiberio
così divenne il nuovo ‘princeps’ di Roma. Dopo i solenni funerali tributati ad
Augusto, Tiberio dovette difendersi da chi voleva imperatore il nipote e figlio
adottivo Germanico, figlio di suo fratello Druso. Risolse la questione con
l’invio di Germanico in Oriente affiancandolo all’amico fidato Pisone,
governatore della Siria. Caduto ammalato, Germanico e sua moglie, Agrippina
maggiore, sospettarono che fosse stato avvelenato da Pisone. […] Fu durante il
principato di Tiberio che Gesù operò e venne crocifisso. » (Pagg.45-46).
Non sarà facile seguire
l’intreccio multi-parentale tra i numerosi imperatori, di solito presi di mira
soprattutto in seno alla propria cerchia familiare, poiché il potere è stato
sempre ardentemente agognato fino al compimento di atti criminosi a discapito
del detentore del comando assoluto.
Il libro si rivela avere
tante fattezze e altrettanti risvolti di coloro che hanno creato e messo in
circolazione quella rudimentale forma di pagamento nell’ambito immenso dei
confini romani, e non sfuggirà al lettore la minuzia certosina con cui s’è
sviluppato il registro sul piano editoriale; l’iniziale materia metallica
‘passata’ dalle mani di Pietro Nigro, nonno, a quelle della nipote Alessandra,
quale splendida eredità oltremodo culturale elargita anche a noi estimatori
della produzione letteraria del Nostro, molto attento nel voler inserire nel
volume il folto elenco bibliografico delle opere da lui consultate per la
straordinaria stesura, fino alla libera enciclopedia telematica di Wikipedia.
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Recensione |
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