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Il gusto per il Classico, l'insegnamento in un liceo, l'incontro con un editore e l'uscita di questa opera prima di Amalia De Luca che in Thule ha ritrovato se stessa. Thule è il nome dell'associazione culturale che ha reso possibile la stampa di questa raccolta di poesie, ma Thule è anche il nome della Minerva rappresentata in copertina, a colori, cioè l'immagine cavalleresca della Minerva antica, una sorta del mito concepito come un'eroina con l'armatura rielaborata stilisticamente in chiave rinascimentale, dal dipinto di Rossana Feudo. Thule è ancora una poesia dell'autrice dedicata a Tommaso Romano ed è la lirica che conclude il libro. Ora, Thule ti accoglie fra le sue braccia antiche, l'isolamento dal mondo nell 'aura di sinfonie orchestrate da Zefiro ti trattiene. (Da "Thule").

Attorno quindi al mito di Thule si snodano le liriche di Amalia De Luca, liriche che sanno di homo solus è luce che abbaglia è buio fìtto ai pensieri in fuga di un sogno d'amore. Non silenzio, non sosta nella pace di una speranza posseduta... (Da "Homo solus"). Poesie tutte che hanno trovato il loro traguardo finalmente con la pubblicazione di questo libro, dopo anni di buio magari nei cassetti di una scrivania del tempo studentesco e l'occasione è avvenuta quando il parlarne con un editore è diventato motivo di eredità da lasciare ai lettori e dire a loro che Non è dolore quando Thule ti accoglie nel suo grembo. (Da "Thule").

Recensione
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