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Otto racconti
deliziosi sono quelli che Gabriele Astolfi propone in Due zampe di troppo.
Otto racconti dove i protagonisti “parlanti” sono i cani con le loro vite spesso
tribolate, le avventure, le situazioni inconsuete, le loro proteste che,
talvolta, assomigliano molto a quelle degli uomini pur con una logica tutta
canina. Ma soprattutto ci sono i loro occhi adoranti, l’affetto incondizionato
per i loro padroni. Gabriele, nel dare voce a questi animali, riesce a creare
dei ritratti che prendono vita con la prosecuzione del racconto e, attraverso
il parlare dei cani, tratta temi scottanti come la vivisezione, il commercio
orribile che talvolta avviene, l’abbandono, i canili… Tutto con una logica
assolutamente canina che, in certi momenti, assume toni di divertente ironia nei
confronti degli esseri umani.
Gli atti di
denuncia, poi, sono sempre fatti con forza pur nella leggerezza del dialogo tra
i protagonisti di queste storie. E’ così che vengono a galla le realtà diverse
nei canili, il problema della vivisezione messo in luce da… cani poliziotti che
hanno il linguaggio, la scaltrezza e il coraggio di questi animali straordinari.
Non ha dimenticato niente l’autore di
questo libro che racconta con tono cortese ma determinato. Non ha dimenticato
nemmeno il cane che può aggredire, che racconta al giudice la sua storia di
animale usato per i combattimenti per scommessa; un groviglio di ricordi e di
richiami ancestrali che si mescolano nella sua mente.
Sono storie di amore e allegria
(“ferie non godute” raccontate con l’attenzione e la sensibilità verso
questi animali. Come nelle favole, contrappone il buono e il cattivo, ne trae
una indicazione, lucida e razionale, che trasmette all’uomo tramite le voci
fresche o rauche dei protagonisti riuscendo, attraverso i ruoli e gli ambienti
dove essi sono vissuti, oppure vivono ancora, a comunicare gli stati d’animo, le
sofferenze, i sentimenti di questi straordinari amici dell’uomo che non hanno
solo gli occhi adoranti verso i loro padroni, ma per gli stessi si sacrificano
se necessario. I cani, quelli bestie che entrano negli ospedali, che fanno
compagnia a giovani e vecchi, che possono essere compagni di giochi per grandi e
piccini, che sono compagni di poliziotti e tante altre cose ancora, appaiono, di
volta in volta, come esseri parlanti, capaci di gioire, di soffrire, di aiutarsi
reciprocamente (Hansel e Gretel), di trasmettere la loro cultura ai
propri simili come la cagnetta Lia (Una questione di ceto), di esprimere
le proprie opinioni come meglio non farebbero gli umani (Doctor Detroit). La raccolta si chiude con Per sempre,
una storia dolce e commovente, scritta, attraverso le parole del protagonista,
con lucidità razionalità e affettuosa saggezza.
Storie, ambienti, “ritratti”, denunce fatte a volte con sottile pacata ironia,
un sottofondo di classe come questa bellissima scrittura.
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Recensione |
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