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I debutti sono sempre un rischio
sia per l’autore sia per chi si azzarda a parlarne. In questo caso credo possa
essere difficile sbagliarsi perché, anche se si tratta di un caso raro, la
poetessa sa il fatto suo. Capita proprio a proposito La camera dei segreti,
il primo libro di Maria Chiara Coco. La sua poesia colpisce soprattutto
per sincerità e sicurezza di scrittura.
Il segreto di Maria Chiara Coco sta nel
fatto di avere quindici anni, più o meno quelli dell’esordio di Rimbaud oltre un
secolo fa e, oltre alla sua invidiabile giovinezza, di possedere già una precisa
capacità di composizione della scrittura e soprattutto mille idee con le quali
confrontarsi. Credo sia naturale per ognuno avere una propria stanza dei
segreti. Soprattutto vale per i poeti. Non per i sognatori. È soprattutto il
poeta che porta dentro di sé il peso del proprio essere con tutti i pensieri, le
idee, gli scatti improvvisi di umori, luci, rabbie, sogni, gioie e tribolazioni
riuscendo, qualche volta, a liberarsene dando sfogo alla scrittura senza
enfasi. Infatti questa di Maria Chiara Coco è poesia scoppiettante che sgorga da
un mondo appartato e solitario.
Riuscendo a trovare una via di fuga dalle mura
della sua condizione di incomunicabilità fisica e orale la donna scopre la
propria identità riuscendo a esternare emozioni e passioni attraverso la parola
scritta e a svelarne dunque gioia e dolore spesso celati per costrizione. Così
trova libertà e coraggio di svelarsi senza alcuna autoconsolazione: “Segreti
canti | cerco e | ascolto | verso sera. | Silenzio. | Credo che
fremiti, | adesso, | suscitino | questi miei versi | questo mio | canto.” (11 febbraio
2003). Un canto che è un viaggio di vita perché l’opera contiene testi scritti
dai sette ai quindici anni. Un libro dunque che si può definire di formazione e
di scoperta esistenziale, di grande dolore e di folgorante gioia attraverso il
cammino della scrittura che via via insegue la crescita fisica e la maturità
intellettuale come ne Il sentiero Rilke, una delle sue ultime poesie del
marzo 2008: “Sul sentiero dove stanno | sospese certezze di esistere, | trepide
ridenti assenze di foglie, | ecco il nostro poetare. | Buongiorno cuore
libero, | oltre non puoi osare, | resisti, l’orizzonte, presto, | tra un attimo,
raggiungerai.”.
A un certo punto della sua
introduzione Quirino Principe scrive che “non è possibile leggere e rimanere
indifferenti, o pensare ad altro” perché leggendo i versi di Maria Chiara Coco
“si è colpiti e turbati dalla personalità imprevedibile e forte fuor di misura…,
dalla qualità mai convenzionale del suo modo di essere, dalla superiorità
intellettuale e morale con cui l’autrice domina sé stessa…” perché in sostanza è
ciò che vuole la sua
Anima
L’anima
serena accoglie in sé
certezza che consola amari
cammini, accoglie
sicurezza di essere
sulla strada giusta anche se
avremo contrario il vento
nel nostro andare.
Limiti l’anima
non ha, accoglie
estremi desideri vincendo
solitudini grandi, ascoltando
sussurri che diventano voci.
(22 novembre 2007)
E poi Francesco Solitario in
postfazione ci dice che “con l’ingenuità dei suoi anni, e con la pulita
trasparenza del suo sentire, Maria Chiara Coco si è così avvicinata al cuore del
mistero più oscuro e insieme più essenziale dell’uomo: la Potenza della
Parola!”. Il 18 agosto 2002, a nove anni, Maria Chiara risponde Con coraggio:
Cessa di vivere | vilmente. | Vicende difficili che | crescono | vanificano | rinfocolando
dure fastidiose | prove | oltre le tue forze. | Accingiti a vivere | con coraggio.”.
Una voce di
speranza e di impegno. Ne abbiamo bisogno.
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Recensione |
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