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A ritroso. Versi e prose 2010-1985

Danilo Mandolini è un poeta molto appartato, conosciuto soprattutto per la sua rivista “Arcipelago Itaca” che viene inviata in pdf a quasi mille tra poeti, critici, ecc. e che, probabilmente, se fosse cartacea, sarebbe una delle riviste più diffuse di poesia. Per le pregevoli Edizioni L’Obliquo l’autore ha dato alle stampe una corposa antologia di Versi e prose (come sottotitolato) dal 1985 al 2010 e con un interessante scritto introduttivi di Fabio Franzin (Oltre la parte più scura dell'ombra). Già dal titolo del volume, A ritroso, si comprende che si tratta di un percorso nel tempo, scandito da nove sezioni numerate (Uno, Due, ecc.). Mandolini, come sottolinea Franzin, proviene da una terra, le Marche, di grande tradizione poetica e l'autore di Osimo non è certo da meno innervandosi in questa lunga tradizione che prosegue ai giorni nostri con una galassia di scrittori in versi molto interessanti.

Poeta essenzialmente lirico con uno stile molto curato e raffinato: «Distante è il parlare di chi teme / che nei giorni si nasconda la paura, / che le ceneri di un fuoco senza fiamme / ricoprano, perenni, ogni destino. […]». Nella seconda sezione (Due), forse la più toccante dell’antologia, Mandolini, partendo dalle lettere del padre alla madre, narra vicende, in versi struggenti: «La fatica del non dire si racconta / con gli sguardi che si fermano nel vuoto, / le parole che tornano improvvise / alla sera che ti scopre mentre vai. […]». Nella terza sezione l’occhio dell'autore si volge verso il mondo, verso la realtà circostante ed in particolare riflette sulla guerra (come già si può evincere dall’exergo di Vittorio Sereni): «Guerra - di Religioni, di Culture / dei consumi e degli eserciti - / è nuova metastasi, accelerata / del divenire che penetra il tempo […]».

Tutto il libro è disseminato di citazioni, exergo, appunto, dove emerge tutta l’attività critica di Mandolini, ma anche i grandi amori e passioni per la poesia e i libri di poesia. La quarta sezione si apre con uno splendido omaggio a Genova: «Viene l’alito d’un rarefatto vento / che di sotto il cielo cresce nubi / e nubi lascia invano soffocare, / qui, tra attese leggere di gelo / e corridoi di presunto silenzio. […]». In questa sezione appaiono anche prose che confermano il "tocco" nitido di Mandolini. La raccolta procede con alternanza di versi e prose (non vogliamo andare oltre l’analisi delle singole sezioni, per non togliere il gusto di scoprire a poco a poco questo interessante lavoro); ci limitiamo, però, ora, a chiudere con le parole di Franzin che ha impeccabilmente introdotto l'opera: «Alla fine della lettura di A ritroso resta la convinzione di trovarci di fronte a un poeta puro, misurato, consapevole di disseminare la pagina di squarci di luce e baratri bui.».

Recensione
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