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Il volume raccoglie la produzione teatrale di Liliana Ugolini, poetessa nota per
la sua ricerca interdisciplinare tra teatro e poesia. Si tratta di lavori
poetici messi nello spazio alla ricerca di una teatralità del verso poetico.
Utile ed esplicativa la prefazione di Sandro Montalto sulla originalità di
questa esperienza drammaturgica a cui fanno eco, in conclusione di volume, gli
articoli della stessa autrice dal titolo "Teatralità della poesia e poeticità
del teatro" e soprattutto "La scrittura in scena" in cui la Ugolini pone 10
domande a quattro autrici proprio sul tema che lei ha sviluppato con le sue
opere: il rapporto tra teatro e poesia.
È stato un piacere trovare i lavori teatrali di Liliana riuniti in un unico
volume: un'occasione per rileggere i testi che già conoscevo e scoprire gli
altri, ma anche per una panoramica aggiornata sull'attività dell'autrice ed una
riflessione sulla medesima contenuta nei saggi in appendice. La rilettura de "La
favola dello spettacolo" mi ha riportato alla memoria la messa in scena, a casa
di Liliana, a cui ho avuto l'onore di assistere nel maggio 2006 (all'epoca avevo
riportato quell'esperienza sulle pagine della rivista, insieme ad un'intervista
alle bravissime interpreti - fra cui la stessa
autrice del testo.
Sarebbe banale dire che assistere allo spettacolo è una cosa diversa da leggere
un testo teatrale sulla carta, privo quindi di tutto ciò che lo vivifica
attraverso la recitazione, ma anche del contesto domestico in cui è stato
pensato; pure la lettura (la ri-lettura) mi ha permesso di riflettere su molti
passaggi non colti nella rapidità e "multimedialità" della rappresentazione
scenica. Delle Marionette, dei burattini e del burattinaio invece l'avevo
letto nella versione in volume, poi riadattata per il teatro, ed avevo segnalato
anche
questo libro quando uscì;
anche in questo caso la ri-lettura nella versione per il palcoscenico mi ha dato
elementi nuovi. Il libro mi aveva molto colpito, così la sua trasposizione
proposta in questo volume. Il tema delle marionette, ricorrente in Liliana, lo
ritroviamo tra l'altro anche nel primo testo, Marionetteemiti. Di
Imperdonate invece ho un ricordo personale legato all'intervista realizzata
con Liliana, alle Giubbe Rosse (erano presenti anche la poetessa Mariella
Bettarini e il poeta Andrea Cantucci) nel 2005, durante la realizzazione del dvd
"Firenze Poesia": in quell'occasione ho assistito ad una lettura veramente da
brivido di "Medea" - una piccola messa in scena, si potrebbe dire – da parte
della stessa autrice, davanti ad un caffè al tavolino del celebre locale
fiorentino. È stato interessante scoprire anche le altre protagoniste femminili
del volume, poi adattato anch'esso per il teatro.
Certo, il teatro di Liliana
Ugolini non è il teatro canonico, a cui siamo abituati. Si tratta di un teatro
poetico, in cui la parola – la parola poetica – è protagonista e tutto le ruota
intorno (le maschere, i costumi, gli effetti sonori e visivi, e da non
sottovalutare l'ambientazione stessa – nelle abitazioni private). Poter leggere
e rileggere le frasi preziose ed essenziali è importante per poter penetrare a
fondo ogni lavoro teatrale, confrontarlo magari con il libro da cui è talvolta
tratto, cogliere ogni sfumatura, assaporare ogni dettaglio.
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Recensione |
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