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Il morso della regione:
così si intitola la terza raccolta di poesie di Giovanni Di Lena, per i tipi
della Ermes. Il poeta, nato a Pisticci nel 1958 ha già pubblicato Un giorno di
libertà (1989, edizioni La Vallisa) e Non si schiara il cielo (1994, edizioni Lacaita).
Colpisce dell'universo poetico di Di Lena, la sua
immediatezza, il fulmineo messaggio che senza tanti fronzoli giunge al lettore. "Verso una più intima dimensione l'anima mai tende. Resisterà
il cuore al morso della ragione?": è la poesia che dà il titolo al libro.
E' indubbio, in Di Lena, la ricerca verso un qualcosa di
profondo, di vero, verso qualche cosa che il poeta, e presumibilmente chi
conserva in cuor suo una innata sensibilità, stenta a trovare attorno al mondo
circostante. Con cruda realtà, i versi del poeta pisticcese evidenziano un
percorso intriso di coerenza, non scindibile dagli umori, dalla storia e dalle
contraddizioni della terra lucana e della penisola italiana. Le poesie di Di Lena sono un fedele indicatore di ciò che è
accaduto ed accade in Basilicata ed in Italia.
Non è casuale che il libro sia stato dedicato dall'autore ad
Aldo Moro e a quanti lottano da soli, né tanto meno sono aleatori i riferimenti
al Sud ("Il sole non è tondo nel nostro Mezzogiorno iridato di scempio"),
all'areà industriale di Melfi ("Garanti del potere speculano sulla fame"). La
poesia di Di Lena non si richiama soltanto alle radici lucane (si veda il
componimento dedicato a Rocco Scotellaro) ma allarga gli orizzonti agli
avvenimenti di notorietà internazionale (Nel cielo d'Israele, Cecenia) senza
tralasciare momenti di spassionato lirismo ("Un bimbo che nasce | Un fiore che
sboccia | Una stella che brilla"). Sono tanti gli interrogativi che si pone Di
Lena. Probabilmente a pochi troverà e darà risposta. E' questo un tangibile
segnale che colloca la sua poesia ben distante dall'ipocrisia e dal gioco
semantico.
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Recensione |
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