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Questa raccolta poetica si
caratterizza a mio parere per questi aspetti fondamentali:
1) – l'importanza del ricordo
2) – l'uso di toni pacati che fanno
emergere una profonda interiorità
3) – la mancanza di retorica
4) – figure e personaggi rievocati
tutta la loro semplice e quotidiana umanità
5) – un forte il sentimento
dell'amicizia
6) – un amore mai urlato ma sempre
evocato nella osservazione e nella profonda comunione con l'altro, più di
natura spirituale, ideale, che fisica
7) – un paesaggio che fa da sfondo, da
contorno,da elemento evocatore di riflessione, cornice mutevole, variabile entro
cui si muove una riflessione poetica dai toni pacati, chiari, sereni anche nel
dolore profondo
8) – Molto il non detto e il rimpianto
per il non detto come impossibilità della comunicazione umana oltre una certa
soglia.
9) – Il tempo, la disponibilità di
tempo determinata dai bisogni e dagli eventi sentita come limite alla
comunicazione.
Prima parte
La prima parte è dedicata alla
evocazione delle figure genitoriali, il loro incontrarsi, espressa con piccoli
tratteggi delle loro esistenze che si intersecano fino alla nascita della quarta
figlia.
La descrizione si avvale di un
linguaggio colloquiale ma raffinato abile a raccogliere quei piccoli segni
altamente significanti con una partecipazione emotiva al tempo stesso intensa e
distaccata, come chi osservi da lontano gli eventi ormai filtrati dalla storia.
Sono tratteggiati personaggi di un
mondo antico con la dignità e la solidità morale della civiltà preborghese.
La morte è evocata con la serenità e
la consapevolezza profonda del senso autentico della vita.
Seconda parte
Qui l'autrice riflette di più su se
stessa, su ciò che la vita non le ha dato rivolgendosi ancora con tono
colloquiale alla sua amica poetessa scomparsa. Molto intense le espressioni:
— urgono le parole
— so il dolore, non c'e' un bimbo che
gioca al sole
— parlami ancora, non sappiamo nulla
— non ho mai letto favole
— cerco un luogo segreto dove trovare
il profilo delle cose
— io non so la mia .. casa
— d' assenze la mia giovinezza
— silenzio che s'inarca nel vuoto di
risposte
— difficile dirsi addio.
C’è sempre
rassegnazione, consapevolezza della irrimediabilità del proprio destino che il
ricordo rende però più sereno ed accettabile.
Colloqui
Qui si trovano sentimenti più
forti, dichiarati, si individuano angoscia, irrequietudine ansia insonnia e ancora
malinconia desolazione inquietudine:
"le parole muoiono rapite dal
pensiero” e io “non so dare voce alla natura".
L'amore che come ipotesi costituisce
il titolo del libro non è mai urlato, dichiarato, apertamente manifestato,
professato, esibito ma vissuto come qualcosa di intimo, consapevole di nascere
dal contatto con le cose e con le persone e nel rimpianto delle assenze più che
nella esaltazione dell'esistente e del presente.
Anche la memoria rischia di diventare
solo un simulacro, una rappresentazione, rapita dal tempo..., un tempo che si fa
quasi persona e che chiede amore... le mani del tempo sul mio volto... la
ricerca di un tempo perduto... la ricerca delle favole che "non ho udito "a che
mi avrebbero" aiutato a trovare “il mio posto, la mia casa".
Una richiesta di aiuto nella ricerca
di senso, conscia dei limiti e della fragilità dell'esistenza... un aiuto
richiesto al viandante, a Dio.
E ci sono storie di donne simbolo
del femminino e di luoghi dove il dramma di vivere si confonde con quello di
amare che chiudono questa piccola raccolta che lascia un segno profondo nel
cuore di chi si appresti ad affrontarla con la volontà e la gioia di aprirsi al
mistero della vita.
Ippogrillo
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Recensione |
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