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Un piccolo Dan Brown del romanzo storico sipontino
La mercenaria la nuova opera dello scrittore omologista Ferruccio
Gemmellaro
È di recente pubblicazione
La mercenaria,
l'ultima opera di un autore, Ferruccio Gemellaro, che ha intessuto il suo
scrivere con molti filamenti culturali legati al nostro territorio. Di certo
l'accostamento con Dan Brown, to scrittore degli ultimi best seller mondiali
del romanzo storico sembra piuttosto ardito, ma net suo piccolo, localmente
piccolo, puo risultare calzante. Gemellaro, nativo di Jesi (come Federico
II), ma sipontino d'adozione pur vivendo in Veneto, è l'autore di una trilogia
di romanzi che hanno come sfondo storico le vicissitudini di personaggi,
perlopiù femminili, della nostra terra. Gli elementi comuni delle sue opere
sono la narrazione storica mescolata al romanzo, con metafore ed analogie
riferite agli eventi attuali (che sono una delle prerogative del movimento omologista a cui Gemellaro appartiene),
nonché il costante riscatto sociale di atcune figure femminili d'epoca, che
preconizzano movimenti di emancipazione al di là da venire. Il primo romanzo
di questa trilogia, Stele dauna per la vergine Beccarino, è stato pubblicato net
1997 ed è la storia seicentesca del rapimento da parte dei turchi delta
giovane manfredoniana, divenuta poi sultana. Il testo è stato anche adottato
con successo presso una scuola media di S. Dona (Venezia). Nel 2001 esce La
pulzella delle specchie, che vede come protagonista Carmela, un'altra donna
realmente esistita nell'800 dell'invasione napoleonica, e nativa del Salento.
Le specchie, infatti, sono monoliti preistorici presenti net sud della Puglia, salendo sulle quali
è possibile
guardare l'orizzonte (qui la metafora con l'elevazione sociale risulta palese). Carmela entra in contatto con i più fervidi esponenti
della carboneria meridionale, della quale entra a farne parte (le donne
carbonare erano chiamate "giardiniere". A causa della repressione dei moti
rivoluzionari, la donna dopo un lungo peregrinare per la Puglia, in fuga con
un suo coetaneo, si rifugia nell'abbazia di Pulsano, chiusa e sconsacrata con
l'invasione napoleonica. Nello sfondo storico si incontrano fatti e personaggi
realmente esistiti come il barone napoletano Di Rienzo, il generale di Capitanata Guglielmo Pepe e
il suo esercito composto
anche da donne, o la concessione della Costituzione del Regno di Napoli.
Nell'ultima opera (2005), La mercenaria, la protagonista è la francese
Alvine, realmente esistita nel '500 e nipote di Francesco De Medici. Dopo aver
assassinato il padre, violentatore di sua sorella, si trasforma in una figura
androgena e si arruola in Italia nelle milizie spagnole, divenendone alto ufficiale. Arriva così a Manfredonia
(ancora un riferimento storico con la nostra terra) per difendere il castello,
e dopo intriganti vicissitudini incontra Francesco
De Girolamo di Napoli (santo gesuita), che dopo aver scoperto la sua identità
femminile la convene all'opera di dedizione verso la gente bisognosa
napoletana.
Lo stile narrativo di Gemellaro è volto al lodevole recupero dell'antica
tradizione linguistica italiana e dei suoi lemmi in via d'estizione.
L'appartenenza alla corrente letteraria dell'Omologismo, inoltre, fa si che
"...il suo linguaggio non solo dice, ma anche fa e fa fare... con provide
complicazioni retoriche, intriganti artifici di suspence, volute
anticipazioni, percorsi interpretative condotti a ritroso...", come
cornmenta il prof. Vecchiotti, uno dei padri della stessa corrente, nella
prefazione. Nell'opera di Gemellaro si assapora, quindi, una gustosa amalgama,
in salsa dauna, di prezioso lavoro di ricerca storica e profondo senso
poetico.
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Recensione |
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