| |
"Che sia sempre leggera la tua mente e non pesi sul tuo corpo". È la dedica
che introduce la seconda raccolta poetica di Renzo Cremona, Lettere dal
Mattatoio. Un augurio alla maniera di Kavafis, con quello stesso versificare
asciutto e argomentato che appartiene alla poesia neogreca. Leggerezza,
ossessione poetica. Sublimare nel verso oceani di sensazioni appiccicate al
sangue e finalmente libere.
Il
libro si apre con la ritmica cavalcata di "L'impero delle visioni" cui segue per
contrasto "Lettera ad un amante", componimento più breve di un haiku che evoca
un'immagine di estrema lucidità razionale. Una semplicità cristallina
caratterizza poesie come "L'incontro", "Lo spaventapasseri", "Paesaggio estivo
con trappola per uccelli", che rimandano a scenari naturali. Altre si tingono di
bagliori espressionisti e sfumature violente. La scelta stessa del titolo e quel
bue scuoiato di Chagall che fa bella mostra di sé in copertina, lasciano intuire
che non tutto è stato inanellato nella terrigna ascendenza epigrammatica:
incolmabile resta lo scarto attraverso cui si svelano tempeste interiori.
Aleggia su tutte le poesie la presenza palpabile di un'assenza, il ronzio
ovattato di notti insonni, il "senso della lotta scalza sulla pelle del giorno".
Ma avviene infine ciò che accade nella costruzione della Zobeide di Calvino, in
cui la solitudine diventa opera e città dove ciascuno crede di riconoscere le
vie del proprio sogno. Il libro si chiude sull'immagine verde e serena del
muschio che cresce sulla corteccia e di parole incise negli alberi. Su una
leggerezza conquistata.
Tutto quello che il poeta è, che ha introiettato nelle innumerevoli
frequentazioni letterarie il libro lo porta con sé e lo mostra: la passione per
la letteratura classica, per la lirica neogreca, per la poesia tedesca
contemporanea da Weil a Fried. Ma tutto è talmente assimilato da forgiare un
unicum originale e maturo.
Lettere dal Mattatoio segue Foreste Sensoriali dopo nove anni
di silenzio e dopo numerose traduzioni di testi letterari dal cinese moderno,
dal mancese classico, dal portoghese e dall'afrikaans: la passione per le lingue
ha permesso all'autore di avvicinare senza mediazione i poeti stranieri. Non
passeranno altri nove anni prima della prossima pubblicazione: sta per essere
dato alle stampe "La Pergamena delle Mutazioni" che sarà presentato ad ottobre,
"perché nulla andasse perso / perché i giorni non corrodessero la memoria".
| |
 |
Recensione |
|