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Da qualche tempo
in Italia vi è una rivalutazione della poesia in dialetto, questa lingua
popolare e nobile allo stesso tempo e con la quale il popolo, ma soprattutto i
poeti, ha da sempre espresso (in rima e non) le proprie gioie, i propri disagi,
le aspirazioni e le denunce della collettività. Ma, ancora oggi, presentare un
libro in vernacolo, è una impresa ardua, poiché la poesia in dialetto è
considerata la cenerentola della “poesia ufficiale”.
Un’ufficialità
che ci costringe all’obbedienza di multinazionali dell’editoria, che ci spinge,
a fasulle cime eccelse della cultura di massa, la quale, a sua volta, sostiene
che nell’era dei computer la poesia in dialetto è out (fuori moda). Attualissime
invece mi risultano le liriche di Filippo Giordano, che, con la sua “parlata” di
Mistretta (Me), ci propone la sua ultima raccolta di liriche dall’intrigante
titolo “Scorcia ri limuni scamusciata”. Una testimonianza del suo mondo,
quasi di pirandelliana memoria, in cui è evidente la personale (ri)costruzione
di un endecasillabo ricco di poesia nella quale traspare chiaramente uno stato
di irrequietezza poetica ed umana, che ci ricorda i sicilianissimi G. Meli, S.
Calì ed anche Ignazio Buttitta. Certamente diverse le espressioni, ma ugualmente
sicilianissima la spontaneità con la quale il nostro poeta racconta immagini,
figure e luoghi da sempre amati e gelosamente conservati nella piccola teca dei
suoi versi. Ma, nelle liriche di Filippo Giordano, non emerge soltanto il
“bisogno” di dire e ricordare, disponendo in versi, i palpiti, le ansie o altri
perenni motivi umani che hanno segnato la sua vita. C’è anche, e soprattutto,
l’uomo ed il poeta che, in simbiosi, sorreggono una perseverante volontà di
denunciare il disgregarsi di quei valori umani e culturali, oggi traditi dalla
cultura di massa. “Scorcia ri limuni scamusciata” è una piccola raccolta
di versi che rinfrancano lo spirito e riaccendono l’amore per la lingua dei
nostri avi e per quella cultura, ancora vivida e vitale, che proviene dalle
nostre radici.
A Filippo
Giordano facciamo tanti auguri per questo suo gioiello letterario ed attendiamo
con impazienza un’altra più ampia raccolta di liriche in vernacolo.
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Recensione |
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