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Con la scomparsa di Giancarlo Oli il poeta aretino Veniero Scarselli perde uno dei suoi ammiratori più appassionati nel mondo delle lettere. E cosi stasera, quando nel «giardino della parola» nella sede di Angelus Novus a Montescudaio verrà presentata e letta l'ultima fatica di Scarselli, il poema Straordinario accaduto, Oli non ci sarà a commentare col consueto calore la scrittura di quello che lui considerava come la voce poetica più autorevole di questo fine secolo.

«Sono stato, con trepidazione e fervore — così scrive Oli nell'attacco della sua introduzione allo Straordinario Accaduto — alcuni anni in lista d'attesa per scrivere la presentazione a un poema di Veniero Scarselli. Alla passione struggente per la poesia si aggiungevano gli argomenti della linguistica: ero convinto dell'esistenza di alcune serie probabilità che la letteratura (la poesia in particolare, più significativa e sintomatica) si linberasse dagli egotismi e solipsismi stilistici e dalle tirannie di un'espressivismo artefatto, propri del Novecento, per ricuperare la dimensione classica». Col poeta di Pratovecchio, insomma, per Oli si va nella direzione di chiudere l'esperienza degli Ungaretti, dei Montale, Saba, Quasimodo, Luzi. Scarselli peraltro godeva già dell'apprezzamento sicuro di gran parte della critica letteraria, da Baldacci a Vettori, a Martelli; e perfino il mondo della narrativa — Roberto Pazzi, tra i primi — da tempo aveva segnalato questa voce autentica e forte della poesia. Ma Giancarlo Oli assegnava quasi una sorta di missione letteraria a quello che lui considerava uno «straordinario Maestro» e che non temeva di paragonare ai grandi del nostro passato letterario. Quando due anni fa in Villa Guerrazzi a Cecina venne rappresentato il poema drammaturgico di Scarselli Priaposodomomachia in una serata in cui il pubblico venne posto di fronte ad una esperienza teatrale inedita, Oli ebbe a dire che quello per lui era il capolavoro del suo poeta preferito, un'opera da «confrontare con i grandi dell'ultimo Trecento e del Quattrocento».

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