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Tra i labirinti d'oscuri mali

Veniero Scarselli è di nuovo in libreria con un'altra sorprendente raccolta poetica in cui viene profilando ulteriormente la sua potente personalità creativa. B libro è prefato da Luigi Baldacci che analizza con nitida precisione il nucleo dottrinale dell'opera che s'intitola Torbidi amorosi labirinti. Tra le altre cose, l'importante critico sottolinea anche le ragioni per le quali un grande poeta come Scarselli non trova ancora un posto adeguato tra le voci più significative della poesia contemporanea, posto che ha sicuramentevmeritato: Tali ragioni appaiono evidenti penetrando nei "labirinti" scarselliani.

La scrittura poetica di Scarselli è difatti inaudita e originalissima, decisamente diversa rispetto alle fredde sperimentazioni che caratterizzano la ricerca poetica di questi due ultimi decenni. La poesia dei Labirinti sembra l'espressione di un male oscuro, indefinibile che abbia al fine trovato, nella.parola un suo, improvviso (effimero) placamento. Una sorta di geometria magica in cui lasciar decantare tutto il pullulante doloroso materiale dei desideri, l'opaca scoria del corpo che ci portiamo addosso, come una condanna fin dalla nascita. Colpisce in questo libro la contaminazione di misticismo e follia erotica, di religiosità primigenia e di accensioni blasfeme. Il visibile è male puro che assume l'illusività di forme ingannevoli che seducono l'uomo legandolo alla ruota della generazione, inducendolo a riprodurre la vita con tutto il suo tragico fardello di dolore; La bestemmia di Scarselli si rivela però una preghiera rovesciata, un'invocazione dolentissima contro l'orrore dell'essere, un orrore che ha (e non può avere) redenzioni storiche, ma attende solo soluzioni escatologiche, assolute. Come non pensare al grido lacerante di Giobbe?

«'Tutta la contingenza dell'essere dovrà liquefarsi in Dio»; dice Baldacci nella bella prefazione. E il torbido torrente del.reale trova pace e purificazione infatti solo in Dio, Mare infinito senza rive, Acqua lustrale in cui tutto al fine riposa.

Recensione
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