| |
Dopo
Pavana per una madre defunta, da cui per questa antologia abbiano
selezionato alcune liriche (ed altre proporremo in avvenire), Veniero
Scarselli
ci ha fatto pervenire l'ultima sua pnhblicazione di poesie, Torbidi
amorosi labirinti, che in copertina viene qualificata come romanzo
lirico. Si trata, invero, di un centinaio di liriche strettamente collegate
da un filo conduttore, rappresentato dalla sessualità, che percorre, anzi solca
rfondamente l'esistenza dell'uomo dalla nascita alla morte. Anche qui, come
nella precedente raccolta, il poeta rivela con spregiudicata sincerità la
propria vocazione dissacrante. Ogni composizione costituisce una variazione sul
tema dell'atto sessuale, ma con spirito lontanissimo dalla pornografia, anz, con
un rchiamo costante a contorti labirnti materiali, carnali, entro i quali si
agita lo spirito. In ogni occasione e in ogni forma dell'atto sesusale,
descritto, analizzato senza infingimenti, addirittura con creduzza spasmodica, è
sempre presente un senso di lordura, qualcosa di bestiale, direi di peccaminoso,
anche se l'autore si tiene ben ontano da significazioni o da intenti
moralistici. Comunque, nella parte finale del romanzo, giunta l'età
dell'acquietamento dei sensi in prossimità della morte, il poeta sembra entrare
nella prospettiva di un riscatto, di una salvezza, di un recupero di Dio
realizzato, paradossalmente, attraverso la cruda, brutale e logorante esperienza
dei sensi e della vita sessuale.
Ora qui (ma ugualmente in successive scelte) non possiamo proporre ai
nostri lettori esempi scottanti di queste liriche, per il semplice
fatto che estrapolate dal contesto generale esse andrebbero incontro a
inevitabili e spiacevoli equivoci interpretativi, ma ne proproniamo una di
quelle più castigate, per dare almeno l'idea della corposità del linguaggio
poetico e per sottolineare la profondità e l'incisività lirica di Veniero
Scarselli.
Più nulla è capace d'arrestare
quegli esseri infelici che
ghermiti
da orbite inflessibili di comete
s'incastrano in suicide turbinose
attrazioni di soli
consumandosi
in scie di miriadi di stelle:
o si scontrano l'un l'altro e deflagrano
in enormi bagliori
di anime
ohe poi si seccano al sole come mosche
svuotate d'ogni
linfa vitale.
Così, bruciata ogni speranza di salvezza,
rotti i ponti col mondo,
i rassegnati colpevoli s'abbandonano
alle golose caverne
senza ritorno
del loro divorante peccato.
| |
 |
Recensione |
|