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«Dalla Puglia sono arrivato
in Lucania che ero un giovane pittore. In questa terra, che ormai considero la
mia patria; sono diventato anche poeta grazie alla sua natura, al suo ambiente,
alle sue persone e, soprattutto, alla luce dei Sassi, che hanno ispirato le mie
poesie ma anche la mia anima di pittore». Michele Martinelli non ha mai
nascosto il suo amore per la Lucania, dove ormai vive da quasi quarant'anni. Lo
ha ricordato anche ieri sera durante la presentazione, presso il circolo La
Scaletta, del suo ultimo libro di versi Tra Quercia e Ulivo, che già dal
titolo rivela il riferimento alla vita politica.
«A distanza di tanti anni – ha
detto Martinelli – ancora oggi osservo con meraviglia i Sassi per i cambiamenti
di luce che vi si riescono a cogliere in tutte le stagioni dell'anno e in tutte
le ore della giornata». Del poeta-pittore, introdotto da Michele Cascino,
Antonella Pagano e Vincenzo Padula, i numerosi intervenuti ieri hanno potuto
anche ascoltare alcune poesie tratte dal suo ultimo libro e recitate con
vibrazioni d'anima da Maria Teresa Quinto. «Ho scelto – ha detto la Quinto –
quelle poesie da cui emerge in modo più sferzante la provocazione politica di
Martinelli». E' la prima volta che il poeta lucano di adozione si cimenta, in
versi che ruotano attorno alla politica. «C'è in questo libro – ha detto
l'artista – uno stato di ribellione per come oggi viene svolta la politica.
L'ho fatto ricorrendo anche all'arma dell'ironia e del sarcasmo. Ritengo che la
politica non debba allontanarsi dai valori etici e sociali, come purtroppo sta
succedendo sempre più spesso. Nei miei ultimi versi, comunque, non manca
nemmeno il richiamo ai valori spirituali, che ricordano la mia formazione
cattolica».
Una ricerca della verità più pura, quella intrapresa da Martinelli
attraverso la sua arte, che è stata sottolineata anche da Antonella Pagano.
«Martinelli pensa e opera in funzione della verità – ha detto la Pagano – della
realtà ultima intesa come il vero sé, cioè l'anima, l'essenza di tutte le cose
ma anche di quell'infinito che trapoende le cose e i concetti. Schiller pensava
ai poeti come a dei legislatori occulti, e Martinelli canta il genio dell'uomo e
l'opera creativa evocando l'opera creativa divina». Tra Quercia e Ulivo
raccoglie versi brevi che «sunteggiano – ha scritto Franco Martina nella postfazione
–
lo stato d'animo di chi ha visto passare le stagioni della sinistra, delle
tentate riforme rimaste a metà, dei trasformismi e dei compromessi, delle
speranze e delle delusioni elisi, storia politica del Belpaese».
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Recensione |
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