| |
Bene introduce
il titolo ai contenuti intrinseci alle sessanta composizioni poetiche raccolte
in questo prezioso volumetto di Maria Rosa Ugento, letterata di fine sensibilità
e di grande capacità linguisica. I temi trattati sono molti, magistralmente
legati tra di loro da forti sentimenti, da una nota di velata dolcissima
malinconia che trasporta e conquista prepotentemente l’animo del lettore.
La Ugento sa
destreggiarsi ottimamente con il verso, sia che si soffermi a disquisire sulle
infinite bellezze della natura (vedi “Bellezza del tutto”) sia che, con una
punta di acerba ironia, disserti sulla morte (“Se è donna…”) con la quale
instaura un dialogo di confronto ordito di sardonici piacevoli contrappunti.
Spunti tutti desunti dalla quotidianità, dai continui e differenti eventi della
vita che, se da un lato offre tante gioie, dall’altro, quale contropartita, non
risparmia a nessuno innumerevoli amarezze, crudeli sofferenze. Motivo per cui,
non di rado, tra l’un verso e l’altro, si trovano episodi che sembrano alludere
alla vita stessa dell’autrice, ad esperienze che, prima di essere formulate in
bella ed emozionante poesia, sono state vissute in prima persona (vedi “Ero io,
sono io”).
Il
volumetto è impreziosito da una quindicina di splendidi disegni di Vico Calabrò;
disegni che, ispirandosi a scuola surrealistica, inducono il pensiero e l’animo
tutto a tendere ulteriormente verso altri mondi, verso spazi metafisici, dove
l’uomo, spoglio quasi della propria corporeità, appare quale pensiero puro,
idealità.
| |
 |
Recensione |
|