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Poesia di lotta
Un giorno di libertà è
il titolo di una raccolta di poesie scritte da Giovanni Di Lena nato a Pisticci
nel 1958 e residente a Marconia. Pubblicata dalla casa editrice "La Vallisa"
questa opera prima si impone all'attenzione per la sua originalità e come
esempio di poesia di opposizione. I problemi del Sud vengono denunciati: la
rabbia per un destino di emarginazione, di miseria, di sottosviluppo, di dolore
per la separazione dalla propria terra: "lontano dalla nostra terra, |
verso orizzonti ignoti, | a guadagnarci un tozzo di pane."
Il poeta, senza ambiguità, si dichiara dalla parte degli
oppressi, di coloro che sono e vivono ai margini di una società basata su
dinamiche a volte spietate. La condizione meridionale è espressa con passione,
con trasporto, con profonda autenticità, ma senza compiacersi nella
autocommiserazione o nella rassegnazione per il proprio destino. La poesia di
Giovanni Di Lena trasmette la consapevolezza di una situazione che dovrà
necessariamente mutare e quindi spinge e fa riflettere sul valore di un
impegno sociale più autentico e totale.
Contrapposto alla tensione e alla rabbia compare spesso un
desiderio di annullamento nelle piccole cose della vita, in una dimensione "pulita" dell'esistenza, nella notte placida, nel lavoro dei campi: "Tornerò ai miei passi
| alla pura quiete primaverile
| dove il suo dolce candore | copre la mia torbida anima. | Tornerò con voi | a
lavorare la terra | ai miei cari braccianti | impiccioliti da fatica e
sopraffazioni."
Non esiste nell'opera del Di Lena una strutturazione
progettuale rispetto alle conseguenze sociali e politiche del disagio
espresso. E' forte, però, il desiderio di una scrittura, di una letteratura,
che sia presenza e testimonianza impegnata in un contesto sociale più ampio.
Per questo il suo linguaggio è discorsivo e semplice; è quello di una persona
che scrive sotto una spinta interiore fortissima. Dettate da sensazioni tutte
vissute intensamente, con grande
sensibilità, le sue parole descrivono in modo efficace la realtà giovanile del
Sud; trovano occasione di intenso lirismo quando propongono valori profondi e
semplici come una possibilità di salvezza contrapposta alla disperazione e alla
rassegnazione. Mettendo insieme alcuni versi tratti da più componimenti si
coglie come un moto oscillatorio i cui poli sono l'assurda situazione reale e
una dimensione infinita e assoluta. "Beato colui che soavemente si rassegna",
"Tornerò in mezzo a voi | fratelli | e con voi combatterò", "...noi
| poveri
leoni arrabbiati | intrepidi | sul fare della sera | ci perdiamo | in piccoli
sprazzi di luce. "L'ultima poesia dell'opera, "Conclusione" termina con i seguenti versi: "Io non
voglio vivere | con gente che sta in bilico | tra l'assurdo e l'assoluto!" E'
un'affermazione questa che esprime un rifiuto, più desiderato che realizzato, di
una situazione e l'ansia di assoluto, di pace, di musica.
Un giorno di libertà è un tentativo di incidere nella
realtà attraverso la letteratura. Un modo di realizzare, attraverso la denuncia
, un'azione di pungolo e di stimolo affinché, presa coscienza della propria
condizione , si possa agire superando la rabbia e il dolore, ma, soprattutto,
andare oltre i falsi perbenismi e gli innumerevoli pregiudizi di cui è
impregnata la nostra cultura.
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Recensione |
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