| |
Non è altro | che
arrabbiarmi | con l'umanità – "Il mio mestiere".
Giovanni Di Lena in questi brevi versi riassume, appunto, il
suo mestiere, la sua "missione" di poeta in una società corrotta, marcia, dove
... certi Signori | mangiano con quattro mani, | mentre il povero Cafone | muore
di fame! – da "L'ingiustizia c'è".
Di Lena raccoglie queste ed altre poesie nel volumetto
Un
giorno di libertà. L'opera, divisa in tre sezioni – Il Sapore Della Terra;
Certi Momenti; Con Rabbia e Con Passione – "si situa – leggiamo
nella prefazione di Daniele Giancane – lungo un percorso originale... " come
"... una letteratura di opposizione, di invettiva contro i meccanismi di un
sistema che continua a lasciare ai margini ampie sacche di disoccupazione e di
disagio, più in generale di emarginazione sociale". Ed agli emarginati, a tutti
coloro che vivono in perenne disagio che si rivolge Giovanni Di Lena. Ad essi
dedica la sua raccolta: ai disgraziati e ai maledetti, ai cattivi ed agli
infelici, agli infami e ai vigliacchi, e – conclude – a coloro che dalla vita
assaporarono la miseria.
Un giorno di libertà è caratterizzato da un linguaggio
semplice che avvince il lettore e lo conduce in una dimensione amara e
drammatica, ma soprattutto autobiografica. Il poeta ritorna con la memoria alla
sua giovinezza, breve ma intensa, fatta si di delusioni e rabbia, ma anche di
amore e passione, di amicizia sincera e commozione.
| |
 |
Recensione |
|