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Poesia tutta proiettata nel ricordo di un tempo andato, dal quale affiorano
immagini e volti, e ravvivata dal calore degli affetti, è quella di Duccio
Castelli, il quale ha raccolto in un volumetto di Scheiwiller sessantanove delle
sue poesie, tratte in parte da precedenti sillogi.
La scelta si rivela omogenea, sia per i contenuti che per lo stile, il che vale
ad offrirci l'immagine di un poeta coerente e dotato di una sua cifra limpida e
bene identificabile nonostante il trascorrere del tempo.
"Ho passato la vita a pensare
| fantasticando l'ordine | e ordinando la fantasia
|| la testa bassa | guardandomi i passi || senza trovare nient'altro che l'amore
| di quando sono partito" (Povertà dorata); "Dove sono nascosti
| i visi
dei miei bambini? | Non mi appaiono più da quella porta | della stanzetta coi
giochi, | il loro viso è cresciuto in adulto | amato di giorno in giorno. | Ma
loro?" (Cupo gioco di prestigio); "Mi specchio | e vedo mia madre.
| Poi
mi volto e mia figlia mi guarda | e sono ancora io" (Scatola cinese).
Colpiscono in queste poesie talune immagini molto efficaci nella loro
immediatezza, come: "Mi svelerete tutte | le frasi | imprigionate nei vostri
occhi" (Parco lontano); oppure: "Letto di sole | e rondini festose" (Rivelazione);
o ancora: "Gli amici come lampo di una foto | eccoli alle transenne" (E ne ho
visto il futuro).
Particolarmente significative per quanto riguarda il mondo degli affetti
appaiono qui poesie quali stanza della figlia, Prima poesia, Seconda poesia,
Figli, Graziella mia madre, Per Lorenzo, Oreste, Altro ultimo giorno, Brezze di
agosto, ecc.
Grande è poi l'amore che Castelli dimostra per gli animali, tra i quali spiccano
gli uccelli ("Musici sono | gli usignoli e i passeri", I Musici) e in
particolar modo i cani (si vedano Ricordo di una tenerezza tra la neve, Il
tuo collare) e i gatti (Elba, Il gatto Nero). Si tratta di poesie
nelle quali questo autore dimostra una viva sensibilità per questi amici
dell'uomo.
Un sentimento assorto del tempo che passa è inoltre sempre presente in queste
liriche, nelle quali alla desolata negazione ("conosco tutti i dolori del
mondo", Invincibile armata) si affianca l'amore per le chiare apparenze
("Ho lasciato la finestra | aperta | per ascoltare il colibrì del mattino",
Colibrì del mattino) ed un sottile rimpianto per tutto ciò che si è lasciato
indietro negli anni.
Schietta ed efficace emerge dovunque la virtù della parola.
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Recensione |
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