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Come molte altre cose di questa terra, anche la cucina siciliana si può
definire figlia delle molte (troppe) dominazioni che nell'Isola lahhno lasciato
vario segno di sé. Consci di questa verità, la pittrice Elsa Emmy e lo
studioso (e medico e viaggiatore...) Ettore Puglia, entrambi linguaglossesi,
hanno pensato bene di ripercorrere la storia della Sicilia attraverso le sue più
particolari ricette culinarie.
Ma non l'hanno fatto sic et simpliciter, poiché lo stile
è tutto. No, hanno invece inventato o rivisitato una favola, quella di Ilsebill
e Edek, che è stata ispirata alla Emmy da un racconto di Günter Grass, «Il
rombo», nel quale lo scrittore tedesco «assume le spoglie di un pesce saggio per
raccontate la fiaba del mondo fatto dalle donne rendendole, nonostante una
visione antifemminista, protagoniste della struttura dell'alimentazione che
accorpa fame-cibo-sessualità-procreazione in funzione dell'evoluzione biologica
dell'individuo.
Così come fa Grass per contornare la sua storia, anche la Emmy ha ritenuto
utile far precedere la sua fabula cibaria da un breve saggio sul rapporto degli
artisti col cibo. Comincia così un dialogo a distanza, condotto sulle
ali del fax, tra due amici d'infanzia che assumono i nomi di Ilsebill e Io degli
Edek.
Ma, a parte il pretesto letterario e senza nulla
togliere all'incanto che ne deriva, il libro raccoglie decine di buone ricette
siciliane ripescate da una tradizione che giorno dopo giorno si sgretola un po'
andando a finire nell'indistinto e di quella dimensione aristocratica espressa
nei menù dei pranzi che «nelle festività religiose riunivano a tavola per
un'intera giornata tutti i componenti della famiglia patriarcale». Cucina
d'arte, insomma, per mangiare e bene alla maniera di una volta e seguendo la
fantasia di una bella fiaba.
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Recensione |
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