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Gate, gate, gate
Memorie di ieri e cronaca d’oggi
Ricordi che risalgono dalla memoria di una bambina, oggi
nonna, danno modo a Maria Antonia Maso Borso di riannodare favole, filò e
quotidianità di un tempo passato nell’antologia di poesie Gate, gate, gate
(Edizioni del Leone, marzo 2012), tutte in dialetto frutto di una contaminazione
vicentino-trevigiana, con traduzione in lingua italiana.
L’autrice (classe 1936), a Cartigliano, lungo il Brenta, ha
trascorso una parte dell’infanzia negli anni della seconda guerra mondiale,
sfollata da Milano, città dove è nata da genitori veneti, e dal 1961 vive a
Treviso.
Ha pubblicato quattro raccolte di poesie. Quest’ultima,
Gate, gate, gate ha l’intento di trasmettere ai giovani aspetti e
suggestioni di un mondo povero di cose e ricco di altro, in via di estinzione,
ma che è all’origine del nostro presente.
Dalle poesie
emergono la religiosità contadina, i riti, il cibo, i giochi e le figure
popolari (come il panpalugo) del passato. Ma c’è anche la vita di oggi, con
l’astrusa viabilità di Treviso, lo stress, il mito del denaro e la violenza.
C.S.
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Recensione |
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