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A sensi congiunti
il sasso nello stagno
Leggendo A sensi congiunti di Angela Greco si entra in una dimensione privata. Scorrendo i singoli versi si
percepisce l’energia del tempo fluire sotto i polpastrelli, si oltrepassa la
soglia di un tempio in cui il corpo officia il sacro rito dell’amore. Tutte le
ere si raccolgono ed indovinano nei respiri dei due amanti, i giorni, le ore,
sospesi nell’intimità di un gesto.
L’umano perde la sua natura terrena ricongiungendosi alla
divinità, lascia le cose a custodia di un presente superato e allora le stelle
non sanno più dove brillare se fuori, dove la ragione vuole collocarle, o
dentro, nell’energia che nasce dall’amore e che il tempo sceglie per generare
una nuova costellazione.
Restiamo allora chiusi in una sfera di vetro
lasciandoci dondolare da mani scherzose
e vibriamo dell’essere una accanto all’altro:
è il pretesto per ricominciare a sentirci
a viverci a prenderci ancora e poi ancora.
Sotto le lenzuola tutto il necessario:
le mie risate e il tuo corpo greco
affianco al letto una bottiglia
e sul comodino orologi fermi
per la sopravvivenza.
Più tardi accenderemo la luce
quando le stelle inizieranno a bussare ai vetri
a confondersi in quale cielo brillare
se fuori o dentro.
[…]
Allora verrà di nuovo il giorno
e tu sarai con me.
La scrittura di Angela Greco è una bellissima forma di
interruzione alla vita pratica, un bisogno ancestrale da appagare per
ritrovarsi. Lontana da ogni finzione, Angela scrive con il cuore, senza orpelli,
una penna pulita. Il lettore si perde nella morbidezza dei sensi, ogni verso è
un delicato richiamo all’origine.
E se poi il sacro
non fosse solo un’invenzione
ma fosse connesso
con la sintesi delle tue labbra?
Un salmo da sciogliere
a rima dischiusa sul percorso
dalla bocca ai tuoi lombi e così sia
nella congiunzioni di mani salde
su pianure scolpite dal vento d’oriente
con il fruscio di quei benedetti riccioli sul viso
come coro angelico.
Acquisterei una mansarda in centro
e sulla piazza proietterei
le nostre ombre profane.
Le poesie di Angela sussurrano il rapimento che vive chi
scrive, l’attimo improvviso in cui il reale trasmuta in un mondo immaginifico e
si fa forte l’urgenza di sfuggire all’ordine del mondo per ricostruire il
necessario.
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Recensione |
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