La figura dell’insegnante, specchio della crisi della società e delle
Istituzioni stesse, è al centro dell’ultimo romanzo di Federico Montanari, dal
titolo emblematico.
Nonostante sia ormai in pensione, Franco non ha mai smesso di sentirsi un
educatore, per cui prende nella dovuta considerazione le carenze scolastiche del
nipote Rodolfo, pigro e superficiale come tanti altri adolescenti, disposti ad
accontentarsi facilmente e privi di quella progettualità che si riscontrava
nelle generazioni precedenti.
È in gioco ben più della promozione del ragazzo, a turbare Franco è il futuro
dei giovanissimi che non comprendono l’importanza della cultura umanistica e
sono spesso schiavi delle nuove tecnologie.
Il crescente disagio di Franco è amplificato dall’esplosione di violenza che
tocca persino la scuola, nella quale i docenti, in passato spalleggiati dai
genitori degli studenti, devono ora difendersi dalle stesse famiglie (come
Danila, sua moglie, aggredita dalla mamma di un alunno).
Inoltre, il protagonista scopre un imbarazzante segreto riguardante suo padre.
La scomoda verità non intaccherà, però, il ricordo positivo che Franco ha della
figura paterna, amata a dispetto delle sue debolezze.
Forte di una lunga esperienza come docente e direttore scolastico, Montanari ha
realizzato un romanzo di grande attualità, sorretto da una prosa fluida e teso a
sottolineare l’importanza dell’impegno per superare le sfide della vita.