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Alessia e Mirta
Raffaele Piazza in
questa sua silloge poetica che reca nel titolo due nomi femminili annota, con
delicatezza e passione insieme, momenti di vita, ricordi e nostalgie attraverso
narrazioni in versi, come si fa in un diario o in un quaderno di appunti, al
fine di dare permanenza nel tempo ai momenti di un presente altrimenti effimero.
Il tempo quotidiano qui si dilata e si fa memorabile nella poesia, dando vita a
una serie di ritratti che fissano istantanee di vita e le dipingono. Come in
Alessia sfoglia la magherita rosa, dove i dettagli della sera trascorsa
nella casa delle vacanze si colorano di sogni e speranze, rappresentati dai
dispari petali di una margherita da sfogliare. Le donne del titolo sono
ispiratrici delle poesie, ma anche oggetto della narrazione, sempre concreta e
ancorata al reale, che le riguarda.
E se Alessia ci presenta il mistero
dell'amore, vagheggiato, raggiunto, eternato nel gesto quotidiano, Mirta ci
accompagna oltre la sua tragedia, nel permanere eterno della poesia: ''Anima di
luna, tu Mirta / nelle cose aurorali ancora / mi parli e mi dici di non / avere
paura. [...] Sei volata via dal terzo / piano della Reggia e hai / aperto in me
la ferita. / Ora passano i giorni / senza te e non si ricompone / l’affresco del
tempo [...]''
Il tempo, quello reale, quello percepito e quello avvolto nel mistero dei
ricordi o degli amori è co-protagonista in questo libro, che vive di atmosfere e
ritratti, tra passato e presente, tra inizio e fine, tra giubilo e dolori. Come
nella verità di ogni esistenza sulla terra.
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Recensione |
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