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Quanta strada... per “illuminare” il mondo
Storia di un villafranchese che gira il mondo
Questa è una storia vera, tutta
racchiusa in questo libro di Antonio Tumicelli, letteralmente da scoprire.
Vi si dipana dentro il percorso
dell’esistenza di un uomo che all’età di vent’anni, spinto dalla necessità e
insieme alla sua personale aspirazione, decide di andare a lavorare lontano
dalla casa natale. Così inizia la sua prima esperienza lavorativa all’estero per
conto di una importante azienda elettromeccanica milanese, che si occupa di
installazione di elettrodotti.
I primi Paesi con i quali viene a
contatto sono la Grecia (1952) e la Turchia (1954), in zone ancora in via di
sviluppo, sulla linea Ankara-Karabuk, che passa nell’altopiano anatolico. Qui
viene a contatto con la gente che vive colà, in prevalenza pastori e contadini
che abitano in villaggi con casupole fatte di fango essiccato; un mondo
primitivo che è tutto una scoperta, dalla cultura ai cibi così diversi, a
condizioni di vita quasi riluttanti per la sporcizia ed altro, alla quale
peraltro il nostro impavido viaggiatore fa fronte con equilibrio e forza di
volontà nell’adattarsi a tutte le situazioni che si susseguono.
Così, di volta in volta, di anno in
anno, nei trent’anni della sua attività lavorativa (dal 1959 al 1989), è tutta
una peregrinazione attraverso tante parti del mondo, quali: Danimarca, Canada,
Brasile, India, Sudafrica, Nigeria, Venezuela, Colombia, Cile, Panama, Giamaica,
per finire in Messico (dal 1985 al 1989).
Riguardo al libro la prefatrice Marisa
Tumicelli, dice che l’autore si esprime con “una scrittura
suggestiva in cui ogni pagina vibra nel racconto di luoghi e abitanti
della terra con vivacità di particolari dentro tradizioni e
usanze. È il diario di una vita dove i ricordi sono conservati con amore,
rispetto e forti nostalgie. Un tempo fatto di memoria, di fatiche,
di grandi passioni, di solitudini, di decisioni coraggiose, di accentuate
curiosità…”
Raccontando la sua storia, Antonio
Tumicelli afferma di rendersi conto di essere stato un uomo fortunato per i
tanti incontri ed esperienze vissute, che non avrebbe mai immaginato di
“vivere”.
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Recensione |
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