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Cinque racconti

Il Vario esistere

Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore

(Haruki Murakami)

Arte e Letteratura per riconoscere il proprio sé e sopravvivere in un mondo vacuo, destabilizzante. Letizia Lo Prete, pittrice tarantina dal singolare tratto cromatico e di linea, già autrice di una silloge lirica dove i confini abissali dell’anima non sono il vuoto ma la pienezza da scoprire viaggiando nella interiorità profonda, sollecita in questa opera di narrativa a meditare sulla nostra contemporaneità ma anche sul vissuto di un tempo, sull’esistenza, non solo umana ma omnium animalium , quale possibilità di vivere realtà e fantasia come ricchezza oltre il materiale soddisfacimento.

Il libro, vincitore del Premio Nazionale Città di Taranto 2018 organizzato dall’Associazione Culturale “Le Muse Project”, mostra in copertina un’opera della stessa Lo Prete, Monologhi, già emblema di quel messaggio di cui dicevamo nell’ incipit. Nel primo dei cinque racconti, Il cubo di Harris, attraverso il coinvolgimento , dapprima in Europa poi negli altri continenti, di una moltitudine di visitatori, inoltre delle varie istituzioni, del mondo finanziario e di quello dei critici che esaltano il cubo come massima opera d’arte del secolo, si offre lo specchio di una società portata a entusiasmarsi del nulla, a valorizzare e a volere il nulla, attuando proprio in ciò la massificazione mentale a livello globale.

E’ la società già sottilmente analizzata dai pensatori della Scuola di Francoforte (Horkheimer, Adorno…), in cui diventa difficile rintracciare il “limone giallo” nella parete di lattine di coca-cola di Andy Warhol . Tutti esaltano il Cubo, ogni continente ne vuole uno, anche se “nessuno conosceva la dichiarazione d’intenti dell’autore del Cubo”. Si passa con il racconto Il resto, a situazioni da cui emerge l’assurdità di certi comportamenti umani, spiraglio di una psiche in difficoltà.

Alla umanizzazione del mondo animale in grado di contemplare il bello, di avere sentimenti di solidarietà e figurazioni immaginifiche ci portano, invece, I racconti della luna, sette stories davvero short con protagonisti animali in grado di insegnare agli esseri umani comportamenti adeguati e sentimenti che vengono trascurati. Ma c’è anche in La terra di nessuno la memoria della Taranto di periferia presente ancora negli anni Cinquanta con dimore fatiscenti e fango. A chiusura l’autrice offre in La fontana una sua riflessione sulla rivisitazione di Piazza Fontana a Taranto dello scultore tarantino Nicola Carrino, sul cui progetto urbanistico così sofisticato, inaugurato il 1992, molto si è discusso e si continua a discutere.

I Cinque racconti di Letizia Lo Prete si leggono agilmente e portano a riflettere sulla società globalizzata e sull’arte, sulla realtà del passato, anch’essa difficile, sulla bellezza dell’armonia fra tutti gli esseri viventi, per nessuno dei quali è da escludere la capacità del sentimento della solidarietà.

Recensione
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