Il direttore
Lorenza Rocco
Carissimi lettori,
è motivo di emozione giungere al Giubileo del Premio Nazionale “Sìlarus”,
fondato da Italo Rocco nel lontano 1968.
Troppo lungo tracciare la storia del Premio che, nelle prime edizioni
aveva un respiro internazionale, con memorabili cerimonie di premiazione
in Spagna, oltre che nell'area archeologica di Paestum, peraltro
all'epoca non fruibile per nessun tipo di manifestazione.
Ringraziamo alcuni protagonisti delle passate edizioni del Premio per
le testimonianze inviate in redazione, che inseriremo in questo
fascicolo. La nostra non vuole né può essere autocelebrazione in merito
alla serietà, alla longevità del Premio, alla continuità del Premio, tra
i pochi in Italia senza tassa di lettura. A noi preme evidenziare che
oggi, come cinquat'anni fa, la finalità del Premio sia la medesima:
l'invito alla scrittura come autentica comunicazione e alla parola come
vòlano privilegiato di comunicazione inter-personale. Invito più che mai
impellente e necessitante nella civiltà dell'immagine, nell'era
tecnologica e multimediale, in cui “il computer è divenuto il prossimo e
i contatti che ciascuno stabilisce nel social network, con migliaia e
migliaia di sogggetti, che vengono, per giunta, definiti amici,
non sono che la finta comunicazione”. Parole di Antonietta Benagiano,
nostra antica e illustre collaboratrice,, che incalza “La società
contemporanea, oltre ad essere senza Dio, come l'altra che l'ha
preceduta è senza prossimo”1.
Società, aggiungiamo, non più solo “liquida” ma virtuale, che
privilegia il rapporto con la tecnologia all'Humanitas trasformando
l'homo sapiens in homo tecnologicus. Dove la sapienza che abbiamo perso
con l'eccesso di informazioni, con l'accumulo di dati, senza
contestualizzazione, né rigore logico?
Ecco che l'appello di “Sìlarus” alla scrittura nella radialità delle
sue forme (poesia, narrativa, saggistica) diviene antidoto alla
solitudine, all'incomunicabilità, appello alla parola, espressione del
pensiero, dell'identità, del dialogo, del confronto, della conoscenza,
in barba alla imperante omologazione. E con G. Rodari, appello alla
parola, “non perché tutti siano artisti, a perché nessuno sia schiavo”2.
1) Antonietta Benagiano, L'enigma in scena, Edizioni
dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli, 2017, € 15,00.
2) L. Rocco Carbone, Il silenzio... la parola, Guida Editore,
Napoli, 2005.
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Testimonianza
Antonietta Benagiano
Afferma Zygmunt Bauman in Babel: “Sospesi tra il 'non più' e
il 'non ancora' il nostro è il tempo indecifrabile dell'interregno”.
Tanti gli interrogativi in questa era “sospesa”.
Nella cultura il baricentro si è spostato dal libro alla rete,
pertanto ogni informazione culturale viene consumata come un qualsiasi
prodotto: cultura di massa in una società di massa, e ciascuno di quella
si serve a suo pro e pure a sproposito.
All'informazione rapida e “liquida” del web la rivista “Sìlarus”,
“periodico di alto valore culturale”, come già nel 1966 venne
riconosciuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, resta fucina
di incontro culturale per un approfondimento letterario che non scivoli
nel banale.
Il periodico bimestrale, fondato nel 1961 come giornale scolastico
dal poeta e critico prof. Italo Rocco (venne negli anni onorato di molti
prestigiosi premi), trasformato poi dallo stesso fondatore in Sìlarus,
divenne in breve “rivista d'immensa utilità per la diffusione della
cultura italiana all'estero”, come affermò Sergio Segalini, docente di
Lettere Italiane alla Sorbona di Parigi. E, alla scomparsa del fondatore
nel 1999, mantenne il suo “alto valore culturale” sotto la direzione
della prof. Paola Rocco, figlia di Italo, continua a mantenerlo diretta
oggi dall'altra figlia, la scrittrice e saggista prof. Lorenza Rocco che
profonde grandissima dedizione superando tempi avversi sotto vari
aspetti, dal fratello giornalista Pietro, direttore responsabile. E il
Premio Nazionale Sìlarus, che nel presente anno celebra il 50°
anniversario dalla sua istituzione nel 1968, oltre ad essere
testimonianza di fermezza e solidità nella continuità, è per i
partecipanti occasione di giusto rilievo nell'era in cui anche
l'attività letteraria è inflazionata e banalizzata.
Per aspera ad astra,e ci sgorga spontaneo il grazie per non aver
mollato, l'augurio di innumeri anni proficui.

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