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Per Rita Scarcella Blasi
indimenticabile presidente del Moica Regione Puglia

in: Corriere del Giorno
19 agosto 2011

O Rita cara!

‘Scrivimi una lettera
- sull' uscio ripetevi -
d'arte parlami di poesia
di quel che amo scrivi,
le tue parole rileggere potrò
di tanto in tanto a mia consolazione,
una lettera scrivimi, ti prego...’,
e m'accompagnava il tuo sorriso
oltre la porta.

‘Scriverò, scriverò…’
io promettevo
ma poi strana m’appariva la pagina
con te viva voce parlavo
del digitale un semplice trillo
o talora nella dimora di quadri adorna
- li amavi tanto! -
l’ anima tua m'aprivi
di dolori nido di malinconie
d’aneliti a forme di bellezza,
e nel commiato prendendomi per mano
un bel fiore in quel terrazzo mostravi
appena sbocciato...
A che scriverti 'Mia cara Rita'?

E’ finito il tuo tempo all'improvviso
un dì d'agosto:
riluceva la bell’ onda jonica
e nell'aria l'indifferenza vacanziera...
Ben pochi hanno saputo del tuo passo
lieve alla Verità,
del varco d'ombra che il finito
dall'infinito separa
il nostro esistere breve dall'eternità.

O Rita cara, ti scrivo ora...
una celeste plaga l'indirizzo
e tu dalle terrene cure libera
questi versi guarderai
etereo soffio senza fine,
e l'amata sorella Maria ti parla accanto
e percorsi di stelle traccia nel turchino
con la matita che mai tempera
e tu l'ascolti incantata
come quaggiù nelle sere d'estate
- così mi dicevi -
quando la sua mano già segni di cielo
per te lasciava.

Io sono ancora qui
- solo l’Onnisciente sa per quanto -
nella valle dove l’uomo
spine sempre più fitte coltiva
e ripenso alla nostra conoscenza breve
al tuo riflettere che condividevo,
'tempo questo d'animi depressi
- dicevi -
è terapia l'arte, lo spirito solleva'.

Ed al tuo garbo antico penso
ai bicchieri di plastica che aborrivi,
all'acqua che mi desti nel cristallo lucente,
al candido lenzuolo di lino ricamato
che t'aiutai a ripiegare quel dì
-o mie visioni lontane nella paterna volta
tra pizzi e ricami e argenti
abbandonati poi per la praticità!-
a te ripenso d'amicizia illusione ancora
di finezze non bel velo a falsità.

E mi manca la tua voce,
quel 'come stai?'
esteriorità non mi sembrava
preziosità in questo mondo di formalismi,
fiori artificiali senza profumo
i soli che a veleni sopravvivono.
E ti dico ave, o Rita cara,
per sempre ave col cuore addolorato.

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