L'occhio dei poeti
Ho letto L'occhio dei poeti, poesia di Patrizia Fazzi, poesia che è corpo e
che è gesto.
Ecco un forse giovane uomo
che
passa confuso al sole al mare alla pietra.
Prima furono dice il Poeta le mie letture
donate dissetanti unificanti come il latte.
E ancora prima fu un incontro urlato ritmato
emesso come prova di una sentita esistenza.
Offro abbandono e fremiti colore dei fiori.
Si vita, qui rispondo cantando a squarciagola.
Nelle stanze del tempo io contesto ed affermo
ed ascolto chi è nuovo e ricolmo di umore.
Ho cuore per le vostre e nostre tragedie.
Ho coraggio per rompere fili spinati
per inventare primavere e spazi lucenti.
Si cambierà se voglio il freddo nel calore.
Neve e notte la luna e gocce d'aria.
Porto dentro così l'intera mia città.
Porto dentro il passato, partorirò il futuro.
La terra qua intorno ha ovunque segni umani.
Donne amiche ed eterni cantori vi abbraccio.
Vi rendo onore vi invoco vi mostro ai passanti.
L'Arte avanza e si impone e mi sprona
rende sacra la schietta parola che dice.
Intanto io guardo e chiedo sguardo altrui.
Che la luce trapassi me la gente i luoghi che il Paese natio rimanga chiaro e forte.
Firenze marzo 2014
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