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Ascesa al regno degli immortali”: arte e vita
Il romanzo di un musicista narrato sul pentagramma
Un romanzo
scritto sul pentagramma. È la musica a sottendere la scrittura di Alessandro
Pierfederici in Ascesa al regno degli immortali, la sua
seconda prova pubblicata dalla Biblioteca dei Leoni. Non per niente l'autore è
un musicista; e si vede in questo romanzo, ambientato tra Trieste e Vienna, in
piena Belle Epoque. In questa struggente decadenza, Pierfederici narra con
efficacia espressiva la storia di Anton Giuliani, promessa della musica, che
aspira alla sublimazione dell'arte. La sua aspirazione ideale è quella di
scindere arte e realtà, illudendosi così di creare qualcosa che superi i limiti
dell'umano. Ma questo, dice l'autore, non è possibile: l'arte non può
trascendere dalla quotidianità, deve invece confrontarsi con la realtà che la
circonda.
Il libro
di Pierfederici non verrà apprezzato solo dai melomani per la sensibilità nel
condurre la narrazione come se si leggesse sullo spartito, come se fosse la
musica stessa a spingere il percorso della narrazione, ma sarà apprezzato anche
per la capacità dell'autore di plasmare i personaggi e il loro carattere, per
l'introspezione della materia e per il linguaggio elegante ma non complesso.
La
storia accompagna il protagonista Anton dal conservatorio alla maturità,
attraverso prove esaltanti e sconfitte. La sua vita professionale come quella
quotidiana è scandita dall'amore e dalla passione. Assieme alle prime esperienze
al conservatorio (sotto la guida del professor Julius Khon che ne intravede il
genio) assapora l'amaro dell'amore non ricambiato per la giovane Marina; conosce
la frustrazione di non saper affrontare la propria crisi di identità e paga
l'incapacità di gestire la propria maturazione artistica e umana. Allora fugge
da Vienna a Trieste e si difenderà dalla crudezza della vita chiudendosi in un
silenzio artistico lungo quindici anni. L'esistenza di Anton è scandita da mille
tormenti, la vana ricerca dell'amore, il disagio del male di vivere, la
consapevolezza della propria fragilità, il dolore per la perdita delle persone
care e del maestro Khon, le aspirazioni deluse.
02/02/2015
Il Giornale di Vicenza
Brescia Oggi
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Recensione |
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