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Angela Ambrosini

Lia Bronzi
a cura e con studio critico e profili
Letteratura italiana: poesia e narrativa
dal secondo Novecento ad oggi

Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2007, II vol.

Angela Ambrosini a nata a Perugia, vive a Città di Castello e insegna spagnolo presso il Liceo Linguistico "Città di Piero" di Sansepolcro (Arezzo).

Scrive poesie, racconti e coltiva l'interesse per la traduzione letteraria dallo spagnolo. Ha conseguito il Master in Traduzione Letteraria presso l'Università di Siena ed ha al suo attivo traduzioni di prosa e poesia dallo spagnolo, alcune in fase di pubblicazione. Ha realizzato alcune recensioni e studi critici su autori spagnoli e sua è la traduzione italiana del Don Juan di G. Torrente Ballester.

Molte sue opere, sia di prosa che di poesia, sono incluse nelle raccolte antologiche di premi letterari. Alcune sue liriche in spagnolo sono state pubblicate nelle antologie del "Centro de Estudios Poéticos" di Madrid. Dopo Silentes anni, 2006, sua opera prima di poesia, nel 2007 ha pubblicato il suo primo libro di racconti dal titolo Semi di senape. Collabora con alcune riviste di poesia, sia con elaborati di creazione :propria che con traduzioni.

Positivismo, venato da lieve crepuscolarismo nei confronti del divenire, ma anche disponibilità nel segno solare della pienezza in temi concreti e tattili, colti nel profluvio vitale del quotidiano, che vanno ad aprirsi all'Eterno, secondo uno stato di religiosità panica, proprio in forza di singoli momenti dell'essere, è ciò che avvertiamo nella bella raccolta dal simbolico nome Silentes anni di Angela Ambrosini, nella quale la poetessa cerca di stabilire un'empatica sintonia con il paesaggio, specialmente quello toscano e umbro che è avvertito e descritto in tutta la sua raffinata eleganza e bellezza. In esso Angela cerca di afferrare la simbolicità dell'evento, quale cifrario misterioso dell'alfabeto cosmico, in simbiosi con la sua sensibile anima; ne nasce una poesia intensa, serrata nella forma, dal taglio talora epigrammatico con verso breve, altre volte più ampia e distesa a verso lungo, ma sempre simultanea nell'accogliere e nel dire, quasi che la partecipazione alla vita, da parte sua, sia nel senso di intelligenza che di emozione, fosse un tutt'uno con le emanazioni cosmiche, colte nelle loro irripetibili, ma anche cicliche vibrazioni, capaci di sfasare il tempo e lo spazio, secondo una dimensione assiologica della natura che va ad abbracciare il campo del Trascendente, rivelando le "Vertigia Dei", scavate così profondamente nel suo volto. Citiamo a proposito per intero la bella lirica che dà il titolo al testo Silentes anni: "E se luce batteva alle siepi | di bosso umido ancora di stelle, | non fra ricordi l'alba inverdiva | ma inquiete rondini primizie ai sogni, | dissepolti baratri schiudevano. | Ora che altro canto sale dal cuore | e più ricordi ha con se l'avvenire, | rompe dagli argini il vento autunnale | e sul silenzio degli anni dilaga, | dilaga a schiantare rovi dai gorghi.", dove è evidente che a il silenzio durato anni, a rompere e dilagare, secondo un suono, una struttura ed un significato propri. in quanto aspetto vivo e vitale della psiche del non detto, come forma e entità polisemica che va a covare sotto la cenere il magma lirico che. come nel nostro caso, esplode nella comunicabilità della poesia, divenendo al contempo catarsi dello spirito. In chiusura la raccolta ha tre significativi epigrammi che riportiamo, per bellezza di sintesi e incisività di forma. Da "Canzone": "E ogni giorno vive di te | inafferrabile e subito pianto | nell'attesa del poi." da "Notturno": "Spargendo petali d'ombra | veleggiano stelle | negli spazi del tempo. | Dolente s'insinua | la vita fra innocenze lunari. | Fuggono a stormi | indomati | i pensieri." da "Supplica": "A nuova vita piega, | Signore, | lo sgomento acerbo | di noi qui sulla riva." quasi a siglare con velata mestizia il percorso poetico. Per la narrativa Angela Ambrosini ha scritto Semi di senape (Racconti dal vero). Di essi Antonio Melis nella prefazione dice: "Nei racconti di Angela Ambrosini il fantastico si insinua naturalmente nella quotidianità. Proprio per questo, paradossalmente, acquista una dimensione più inquietante. Si tratta spesso di un evento in apparenza minimo, che rompe il corso abituale delle cose e si dilata progressivamente fino a permettere tutto il testo. La linearità è quasi del tutto assente da queste narrazioni. Essa rappresenta solo la superficie visibile dell'esistenza, che è percorsa sotterraneamente da movimenti imprevedibili. Quando si produce il cortocircuito, questi sussulti emergono alla luce del sole...".

Sia il prefatore Antonio Melis, che la prefatrice Dianella Gambini, citano, a proposito di Angela Ambrosini, Jorge Luis Borges, per affinità elettive deducibili dal ricorso agli exergo frequenti nei racconti da parte della stessa autrice. Tuttavia, va detto, che ella ha già un proprio originale profilo e una poetica che risente semmai della verticalità dei cipressi e dell'orizzontalità degli ulivi della Toscana e dell'Umbria, un panismo tutto tosco, che molto ha ancora da dire e molto, ne siamo certi, dirà ancora.

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Rodolfo Tommasi, a cura di
Solchi di scritture. Testi e aggiornamenti
Helicon Edizioni, Arezzo 2007.

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