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Piccola storia de “La Camerata dei Poeti” di
Firenze

Un gruppo di intellettuali fiorentini amanti della natura e delle belle lettere
si riunirono a Maiano, nei mesi estivi, tra gli abeti ed i faggi, i tigli ed i
pini silvestri, gli aceri di monte e quelli ricci, in tappeti di erbe fatti di
paleo e di anemone, tra fiori di narcisi e tezzia alpina, nell’ormai lontano
1929, su invito di Domenico François e sua moglie la nobildonna Laura, allo
scopo di creare un sodalizio poetico dove poter scambiare versi e cultura, nei
vasti silenzi di un territorio, scrigno naturale di storia e di arte. I
convenuti decisero, dapprima, di chiamare il ritrovo “Accademia silvana” ed in
un secondo tempo “Accademia del lago”, poiché le riunioni avvenivano nei pressi
del laghetto del parco di villa “Stori-Corsini”. In seguito, con il consolidarsi
culturale ed amicale del gruppo, fu deciso che il nome definitivo dovesse essere
“La Camerata dei Poeti” con richiamo rinascimentale, sotto la presidenza di
Domenico François, che fu affiancato dai letterati più in vista della città di
Firenze, come vero e proprio “sodalizio senza scopo di lucro”. Impossibile non
pensare agli umanisti del Rinascimento quando, a Camaldoli, nel 1460, tennero un
convegno, assieme a Lorenzo e Giuliano dei Medici, Marsilio Ficino, Leon
Battista Alberti, Ser Giovanni Pico, Pietro e Donato Acciaioli, Alemano
Rinuccini, ospiti del Priore Fra Mariotto Allegri, come si legge nel
Disputationes Camaldulenses di Cristofano da Landino. Diversi i tempi,
diversa la storia, di grande calibro il mecenatismo di allora, ma uguale
l’intenzione culturale e l’integrità appenninica toscana da sfondo, dove trovare
l’ispirazione e la tenera poesia della terra e del circostante ambiente.
Nel 1934 le manifestazioni culturali de “La Camerata dei Poeti” cominciarono a
svolgersi, con continuità stagionale, nella colta città, sotto gli auspici sia
dell’Amministrazione comunale che dei vari proprietari dei palazzi fiorentini,
ben contenti di aprire le porte delle loro gentilizie dimore. Il battesimo
cittadino vero e proprio ebbe luogo nella casa del poeta Diego Garoglio,
professore di Giovanni Papini che, in seguito, sarà sempre vicino a “La
Camerata”. Con l’infausto avvento della guerra l’attività del sodalizio fu
temporaneamente sospesa e ripresa nel 1944, dietro l’iniziativa di Giovanni
Papini e del fondatore Domenico François, con una memorabile conferenza tenuta
da Giovanni Donadoni sui poeti del Trecento. Nel 1969, Domenico François cedette
il testimone ad Adolfo Oxilia, pur conservando, a richiesta, la presidenza
onoraria. Adolfo Oxilia, nato a Parma nel 1899 e morto a Firenze nel 1992, fu
certamente il degno successore di François. Nel 1946 fondò e diresse con Papini
“L’Ultima, rivista di poesia e metasofia”, che ebbe lettori italiani e di tutto
il mondo. Concluse la sua carriera come membro del “Consiglio Superiore della
P.I.”. Nel 1981 Oxilia dette le dimissioni, dopo 14 anni di presidenza ispirata
ai principi di: fede, patria, umanità, conservando la presidenza onoraria a
vitam. Dopo di lui la presidenza fu tenuta per brevi periodi da Antonio De
Lorenzo, da Bruno Nardini editore, da Mannise ed Otello Pagliai, con valide
segretarie come Maria Luisa Marcuzzi e Lidia Ugolini.
Di questo periodo vogliamo
ricordare anche aderenti come Donadoni, Giulio Di Pino, Iolanda Milani Lelli, e
partecipanti alle iniziative letterarie come Giuseppe Ungaretti, Mario Luzi,
Vittorio Vettori, Pier Francesco Marcucci, Sara Borgiotti, Piero Bargellini, il
poeta Carol Woytila, presentato in Santa Croce da Adolfo Oxilia. Dopo la morte
di Otello Pagliai fu eletto presidente il poeta non vedente Marcello Fabbri che
recuperò lo spirito originario voluto anche da Giovanni Papini, approvando un
nuovo Statuto che restituiva a “La Camerata” la forma di “sodalizio”. Marcello
Fabbri è stato validamente affiancato dai vicepresidenti Anna Balsamo e Giuseppe
Antonio Brunelli, dai consiglieri esecutivi Duccia Camiciotti ed Andrea
Pericoli, ai quali negli ultimi anni sono stati coaptati Anna Maria Guidi,
quindi Lia Bronzi e Carmelo Consoli. Vogliamo ricordare, con altri, anche Lia
Quintavalle e Marta Ugolini.
Nel Novembre del 2009, dopo le irrevocabili
dimissioni di Marcello Fabbri ed Anna Balsamo, il consiglio elegge presidente
Lia Bronzi, prima donna eletta nel prestigioso incarico, la quale conferirà a Duccia Camiciotti l’incarico di vicepresidente, a Carmelo Consoli la segreteria,
ad Andrea Pericoli, già fine dicitore, la tesoreria. Si aggiungeranno, per
merito e votazione unanime dell’esecutivo Stefania Tesei Donati, Anita Norcini
Tosi e Roberta Degl’Innocenti, con precise mansioni culturali e moderne. Il
“sodalizio” si riunisce sotto gli auspici, anche economici, presso l’”Auditorium
dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze”, grazie alla generosità del quale può
ancora, ad oggi, percorrere il proprio iter culturale con serenità,
attendendo di celebrare il proprio centenario.
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