| |
Il Dialetto Della Vita eIl Sogno La Vita La Bellezza
Questa
raccolta è un canto a due voci modulato sulle note della vita, della sua intensa
dialettica di gioia e dolore, bene e male, speranza e sofferenza, nella sua
visione sospesa sul sogno antico della bellezza. I due autori si fanno
interpreti di una poetica esistenziale, “che cerca nella profondità dell’animo
la ricomposizione della frantumazione umana”, come scrive argutamente Pasquale
Montalto nella prefazione. È una ricerca letteraria volta all’esplorazione del
mondo interiore, del Sé, conteso tra conscio ed inconscio, secondo la
psicoanalisi freudiana: “mentre il Sé / dall’abisso dell’anima / osserva e
protegge / il cuore.” (Cuore). La percezione dell’io si gioca nel
confronto con l’altro: “È arrivato, è arrivato / anche oggi, / il sapore e il
profumo di un tu. / Ogni cosa ha senso e verità. / Il mio Io con il Sé /
celebrano / la gioia dell’incontro, / interlocutori alti / e ispiratori / della
grandezza più esaltante / del mio vivere.” (Dialogo, Sezione Il Sogno,
La Vita di Domenico Tucci). Il poeta esprime l’anelito d’infinito innato
nell’uomo che non sarà mai appagato a pieno su questa terra: “Mi sazierò mai /
di azzurro? / Dell’azzurro / di uno sguardo, / del suo abisso? / In un’altra
vita / io seppi / ed amai, / ma non saziai / il cuore, / che si nutre di
silenzio, / e cerca, cerca…” (Azzurro). Il sentimento amoroso è pretesto
per raggiungere un’osmosi panica con l’intero universo, nell’intima fusione di
due anime: “Questa notte / ti ho amata. / L’anima ha vegliato / e la felicità /
ha il tuo nome. / Io ti dico che ti amo / e tu mi dici anch’io / e così fino /
all’infinito. / Ecco, allora, / la frontiera, / il confine, / dove / l’anima /
cade / in ginocchio, / vinta dal / desiderio struggente / di te, / e dove il
profumo, / della tua voce, / mi dice / che tu ci sarai, / anche oltre
quell’infinito.” (L’amore e la notte). Soltanto l’amore può sanare le
ferite dell’anima: “Un tempo, / un tempo / molto antico, / mentre il mio / cuore
nasceva, / un dolore / provocò / uno squarcio insanabile. / Nulla mai / lo
rimarginerà. / Resta una sola / consolazione: / amare, amare, amare…” (Lo
squarcio).
Scrivere,
allora, in questa appassionata recherche, diventa una sublime missione,
decifrare la realtà, cogliere i segni della natura, i simboli che adombrano
verità profonde, oltrepassare le frontiere dell’io, vincere la notte oscura, per
risalire alla sorgente luminosa di una perenne aurora: “Scrivere, è affidare /
al vento innocenza, / avere fiducia in un lampo / che viene da lontano, / e
seguirne il tuono, / in mezzo ad un violento uragano; / (…) scrivere per vincere
/ sul buio della mente / e scavalcare oscure chiusure / che non si conoscono / e
non permettono di vivere. / Scrivere, come atto trasgressivo, / che batte i
tasti / dell’amore e della pace: (…) / Ed è come legarsi al centro del proprio
essere / … scrivere è impegno irrinunciabile, / sulla radice che più forte /
rimane ancorata alla vita, / alla verità, alla giustizia civile, alla pace. /
Riconoscimento tardivo (fors’anche riparativo) / di ogni diritto negato e
disatteso.” (Scrivere,Sezione Voci dialettali di Pasquale
Montalto). L’umana vicissitudine è intessuta di conflittualità e distanze,
rispetto ai rari raccordi di una felice comunione di anime: “Storie d’amori
difficili e tardivi, / storie tradite nel cuore del risveglio. / Storie
travagliate come tante. / Storia, e non più storie di ritorno, / giunta al
porto, dove altro / già bussa sul cammino.” (Storia). La vita autentica
passa attraverso la tenerezza dell’innocenza di un bimbo: “La luce che arriva da
lontano / non può più sfuggire alla tua vista / Altre ombre oggi si diradano / e
il terreno s’apre al germoglio / Vieni – piccolo bambino / aggrappati alla mia
mano / Abbandona la tua rabbia / nel perdono è il lievito del risveglio / Questo
dirupo scivoloso / riusciremo a superare / e risalire insieme / l’altra sponda
del costone / Seguiremo intrecciati / la fragranza dell’amore / E a valle
arriveremo / dove c’è il cuscino dei tuoi sogni.” (Una luce che avanza).
Anche l’amore materno è una forza viscerale capace di riscattare l’ingiustizia,
l’indifferenza e l’ipocrisia del mondo: “Insieme, insieme, sempre più, /
troveremo profeti e traghettatori, / troveremo il coraggio semplice / della
verità e dell’amore. / E le ferite guariranno, / nella mia certezza c’è la tua,
/ con il linguaggio fresco del risveglio. / E i fiori del giardino, / torneranno
a far risplendere / i tanti colori della speranza. / (…) Coraggio, nella luce e
nell’amore, / c’è il distillato immortale della poesia, / l’abbondanza
dell’anima / che nel dolore trova la linfa / per rianimare la materia
annichilita. / (…) Multietnica nel colore, / la speranza veste di coraggio, /
Alda, per ogni mamma sofferente, / che crede ancora al suo risveglio.” (Coraggio
Alda). La fragilità solipsistica si supera con il sodalizio umano, con la
solidità dell’amicizia universale che, trascendendo l’io, abbraccia l’altro e
quindi tutto il creato e l’integrità di se stesso: “La mia fatica, da sola, / è
come quella di un ramoscello, / ondulante e timorosa, / imprecisa / e esposta al
dispetto dei passanti; / ma unita alla tua / e poi a quella di tanti altri, /
in una cordata di unione, / all’unisono accordata dall’Amicizia, / può diventare
la forza di un albero robusto, / ben saldato sulle sue radici / che non teme
intemperie e tempeste. / (…) Luminosità che esplode negli universi infiniti, /
per un’Opera d’Arte dal divenire immortale e eterno.” (L’albero della
coralità).
Le
stagioni s’avvicendano come la trama che tesse una donna, fedele vestale,
custode del tempo che trascorre: “un centro, quasi vortice, s’improvvisa una
pioggia di foglie, / un’alba compare e più non chiede risveglio / - sempre lì,
seduta, donna / paziente a tessere giornate diverse, / fino a tarda sera a dare
punti di trama / su ricami delicati, alla luce del lampione notturno.” (Autunno).
Una
sovrana armonia sovrasta l’esistenza, sfiorandoti a tratti con la sua grazia
delicata: “Grazie per l’armonia / che dopo il vortice si crea, / del fracasso
del mattino / e del silenzio notturno, / di una bellezza che commuove / e con
giustizia / torna ciò che prende.” (Amore). La bellezza femminile è
miraggio che seduce e innamora: “Colorata bellezza sul tuo viso compare / quando
aurora si leva / e di umido lascia la terra desertica / finché alto il sole il
corpo arroventa / e urgente il richiamo ritorna / di un’amata ombra d’attesa /
dove della donna l’odore rimane / e del suo cuore ti aspetta il tepore.” (Donna
del mattino). Il sentimento amoroso scaturisce da un intimo travaglio, da
“quel guazzabuglio del cuore umano”, per dirla con Manzoni: “Ho sofferto per te,
/ ho percorso orridi d’abisso, / e totalmente esposto / a lungo ho bussato /
alla porta del tuo cuore, / per infine accorgermi / che deserta rimaneva la
casa. / (…) Di follia si è vestito il sentimento, / d’improvviso innamorato /
della nudità della parola, / dell’amore ch’accende / la verità dei miei sogni. /
(…) Potrà essere uomo / senza paura di poter amare / e costruire con arte la mia
vita?” (Folle amore).
È
necessario mettersi in ascolto del mistero che sussurra allo spirito come il
vento al silenzio, divina brezza che accarezza l’anima: “questa notte, se la
porta dovesse cigolare, / segui la scia del vento, e parlagli / con la
quintessenza dell’anima, / il vento ora calpesta vuoti di morte, / e presagisce
il sacro fuoco circolare, / di universi abitati dalla saggezza dello spirito: /
questa notte, affacciati nel tuo giardino fiorito, / presenze misteriose
t’invitano al loro banchetto preferito, / e chiedono-ascoltano- danno e sono
pronti a ricevere.” (La notte dello spirito).
Il Natale
è rinascere trasformando le ferite della rabbia e del dolore in palingenesi
dell’essere, risorgendo dalle proprie ceneri come una fenice: “Non riesco più a
volare / Nuove ferite si sommano alle prime /(…) Incurante corro verso
l’orizzonte / Dove un punto luminoso / Ricompone paura e batticuore / Nuvole in
movimento trovo / Che si alzano con ritmo regolare / E sopra i miei occhi /
Volano come frecce incontro al sole / Ognuno porta la scritta / Di una mia
ferita resa balsamo lenitivo / Che nel vuoto cosmico / Incontra il natale / di
tanti altri nuovi modi di esistere.” (Natale nell’esistenza). Infine,
nella sezione Bellezza di Domenico Tucci l’emozione dell’amore trasborda
nell’estasi, nell’ebbrezza ineffabile e si fa incontenibile: “L’amore, a volte,
/ è intollerabile, / lo contengo / prima che / mi travolga, / come un vento /
amante, / che parla / con note / profonde ed audaci. /” (Amore intollerabile);
Una forza misteriosa / e segreta / mi seduce, / mi trasporta, / promette
/ nuovi mondi / da scoprire / sulle note / di una sinfonia, / di un’orchestra /
la cui armonia, / porta i pensieri / fra bagliori di fuoco.” (Orizzonti).
Questa
silloge è una polifonia di voci, ove la vivacità del dialetto siciliano di
Pasquale Montalto, che rincorre il gusto di vivere e di conoscere con
raffinatezza estetica, si sposa alla genuinità del canto di Domenico Tucci, e
ove la perizia della scrittura si compenetra con l’estro grafico di Alice Pinto
e Giulio Tucci, abbracciando una poetica che s’ispira alla “Sapienza e l’Arte
Esistenziale di costruire la nostra vita” - come commenta il poeta Francesco
Fusca – le quali mirano a realizzare l’integrale benessere dell’uomo.
| |
 |
Recensione |
|