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L’alphabet du monde
Queste poesie, tradotte in francese da Irène Dubœuf, sono improntate alla
musicalità e all’armonia di questa lingua. Sono diciotto poemi che inseguono la
fuga di Bach, “una poesia polifonica del pensiero”, secondo la definizione dello
stesso autore. Lo scenario dominante è invernale, con la neve, la nebbia, il
freddo, il fuoco del camino. Ogni elemento si carica di una connotazione
simbolica, in particolare in relazione alla fisica quantistica. Meditazioni
folgoranti affiorano dalla trama dei contrappunti: “Quelque chose a été compris
/ quelque chose s’est perdu / «perdre est plus nécessaire / que trouver.» / Mais
le poète est au-delà / de l’écriture / vers l’homme / vers la chose / dans l’inachèvement
/ de la pleine humanité / des nombreuses voies / de la chose même. / Le
narrateur est plus / que la simple force narratrice / que la force primitive de
la narration / vers l’homme.” (Contrapunctus II). (“Qualcosa è stato
compreso / qualcosa si è perduto / «perdere è più necessario che trovare.» Ma il
poeta è al di là / della scrittura / verso l’uomo / verso la cosa /
nell’incompiutezza / della piena umanità / delle numerose corsie / della cosa
stessa. / Il narratore è più / della semplice forza narratrice / della forza
primitiva della narrazione / verso l’uomo.” Contrappunto II).
Le descrizioni suggestive dei paesaggi sono soffuse di intenso lirismo: “Le
romarin d’octobre t’a-t-il surpris / avec ses fleurs couleur de ciel? / Dans l’épaisseur
d’une brume trouée de soleil / la blanche étendue se déploie / un ruban suspendu
/ sur les champs sur le rose-azuré du ciel, / entre l’angle de la maison et la
faible lumière, dans un / souffle embrumé, / le romarin fleurit / (…) Ros
maris / sur fond d’un océan / d’air / en note de fond / la fragrance.” (Contrapunctus
XIV). (“Il rosmarino d’ottobre ti ha sorpreso / con i suoi fiori colore del
cielo? / Nello spessore di una bruma squarciata dal sole / la bianca distesa si
dispiega / un nastro sospeso / sui campi sul rosa azzurro del cielo, / tra
l’angolo della casa e la debole luce, in un / soffio nebbioso, / il rosmarino
fiorisce / Ros maris / sul fondo di un oceano / d’aria / in nota di fondo
/ la fragranza”. Contrappunto XIV).
L’attesa in una notte invernale si fa trepidante, avvolta nella fascinazione del
mistero: “Près du marbre des marches / de la porte: le foin. / Dans la lumière
qui filtre à travers les vitres / et l’attente de la neige / qui s’annonce dans
le noir / par quelques flocons / qu’une brise légère / projette dans l’air / et
fait tournoyer. / Un air doux / entre chaleur et gel. / Oui, elle viendra, oui,
elle viendra… / Elle viendra avec la neige…” (Nuit de la sainte Lucie). (
“Accanto al marmo dei passi / della porta: il fieno. / Nella luce che filtra
attraverso i vetri / e l’attesa della neve / che s’annuncia nel nero / da alcuni
fiocchi / che una brezza leggera / proietta nell’aria / e fa volteggiare. /
Un’aria dolce / tra calore e gelo. / Sì, ella verrà, sì, ella verrà… / Verrà con
la neve… “ Notte di Santa Lucia).
Si tesse l’incanto malioso di una melodia sublime: “En haut le ciel nous regarde
en coleurs / toujours plus proche / de la clarté des perceptions / du cours de
la pensée / qui n’est nulle part ailleurs / si l’esprit ne respire pas avec le
corps / le monde / et l’air et le ciel / ne nous atteint ni de lumiére ni
d’ombre / l’échelle vers le possible / degrés vers le temps véritable / le rêve
de l’écriture, / de possibile vies / posées sur la feuille des ciels / qui
grandissent depuis l’origine des temps.” (Livre G). (In alto il cielo ci
guarda in colori / sempre più vicini / della chiarezza delle percezioni / del
corso del pensiero / che non è in nessuna parte altrove / se lo spirito non
respira con il corpo / il mondo / e l’aria e il cielo / non ci aspettano né luce
né ombre / la scala verso il possibile / gradi al tempo effettivo / il sogno
della scrittura / di vie possibili / posate sulla foglia dei cieli / che
crescono dall’origine dei tempi”, Libro G.).
Amedeo Anelli nei suoi versi tenta di decifrare “l’alfabeto del mondo”,
attraverso la foresta di simboli di baudelairiana memoria: “Les alphabets sont
les portraits du monde / et la main suit l’exemple / les lettres ont leur propre
sagesse / du signe qui ne ment jamais / “et s’il ment il dit qu’il ment” / c’est
cela la musique du Grand corps / et du “corps propre” / dans plusieurs clefs /
tends l’oreille / au chiffre qui s’offre / à la vue dans le silence actif / le
dessin du monde / qui grandit dans le signe et se voile de sens / qui ne nous
parlent plus / avec des doigts riches de couleurs / que fera la pensée?” (Livre
F). (“Gli alfabeti sono i ritratti del mondo / e la mano segue l’esempio /
le lettere hanno la loro propria saggezza / del segno che non mente mai / “e se
mente dice che mente” / è questa la musica del Grande corpo / e del corpo
proprio / in più chiavi / tendi l’orecchio / alla cifra che si offre / alla
vista nel silenzio attivo / il disegno del mondo / che cresce nel segno e si
vela di sensi / che non ci parlano più / con dei diti ricchi di colori / che
farà il pensiero?” Libro F).
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Recensione |
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