| |
Quattro racconti di Natale
In questi
Quattro racconti di Natale di Gianni Ferraresi si rivive l’annuncio della
buona novella della nascita di Gesù, che investe la vita di un impeto di
resurrezione, attraverso due episodi di esperienza infantile e due aneddoti
romanzati intorno alla figura dell’apostolo Pietro.
Così, ne
Il mio vero nemico si ripercorre il proprio vissuto nella fanciullezza,
ai tempi della seconda guerra mondiale, quando quel clima di generale ostilità
si respirava anche in mezzo ai ragazzini, dividendosi in fazioni tra
simpatizzanti dei fascisti - perlopiù figli benestanti di militanti emigrati al
Nord dopo che l’Italia si era alleata con gli anglo-americani - e gli abitanti
del paese di Copparo - cosiddetti della Dezima, di un quartiere storico,
più poveri e più semplici -, culminando in piccole risse e sassaiole. Tuttavia,
l’arrivo di nuovi inquilini del suo palazzo anche questi affiliati al fascismo -
i cui bambini stringono amicizia con l’autore, regalandogli anche delle statuine
per il presepio, anche se partiranno e, con dispiacere, non potranno trascorrere
insieme il Natale - offre all’autore l’occasione di scoprire che, al di là dei
preconcetti e delle appartenenze politiche, in realtà siamo tutti fratelli
accomunati dalla stessa sorte e problematiche, speranze ed attese: “Da allora
iniziai ad apprendere che il vero nemico che dovevo colpire era la mia chiusura
mentale,che mi portava a dividere gli altri in buoni e cattivi mentre avrei
dovuto ascoltare la voce che tentava di parlare al mio cuore non sempre
riuscendoci a causa della mia ostinata sordità.”
Il
secondo racconto, La zuppa inglese, evoca ancora la meravigliosa
atmosfera natalizia, attraverso il sapore delizioso (un po’ come la madeleine
di Proust) di tale dolce che tradizionalmente si prepara per questa
occasione solenne. Per l’autore aiutare la madre in questa simpatica ‘impresa’ è
un onore e una grande gioia che si trasfigurerà in estasi sublime e ineffabile
durante la celebrazione liturgica della notte santa, quando il bambino, in una
preghiera a cuore aperto di lode e di amore al Signore, si scioglierà in calde
lacrime: “Le notti di Natale al mio paese: un’emozione profonda. Me le porto
dentro da tutta una vita e al loro ricordo mi riprende una gioia e una nostalgia
profonda.”
In
Pietro e le donne, Ferraresi coglie lo spunto dell’incontro di Gesù con la
samaritana per affrontare il delicato tema della donna, perlopiù vilipesa e poco
considerata prima della nuova era messianica. Cristo è stato l’unico a
rivalutare e a stimare la creatura femminile, non disdegnando di porla al suo
seguito, suscitando per questo non poche resistenze e diffidenze da parte degli
stessi apostoli, duri ad abbandonare certi pregiudizi, come anche Pietro che nel
racconto si descrive turbato del comportamento anticonformista del suo Signore.
Quest’ultimo allora lo conduce dalla Madre, affinché venga edificato su questo
aspetto: “La donna ha proprio il compito di portare la pace che viene da Dio
Padre. Vedi, quando è nato Gesù Dio ha permesso che ci fosse pace in tutto il
mondo e il mio bambino sorridente dava serenità e gioia a chiunque si
avvicinasse a Lui.”
Ne La
serva del sommo sacerdote si tratteggia di nuovo la figura di Pietro nella
debolezza della sua umanità e, se, come afferma il Manzoni, il “vero poetico”
supplice al “vero storico”, anche in questo caso l’escamotage fantastico
proietta l’episodio del rinnegamento dopo la resurrezione di Cristo e durante il
mandato degli apostoli di diffondere l’annuncio della salvezza in tutto il
mondo. Entra in scena, in questo caso, un personaggio minore, quale la serva del
sommo sacerdote, di nome Tecla, che Marco incontrerà presso una comunità di
Alessandria e che, in uno scambio colloquiale, sarà rinfrancata dalle parole del
discepolo, quando apprenderà che Pietro, ormai morto in croce come il suo
Maestro, rimpiangeva di aver scandalizzato delle persone durante quella notte
tremenda, proprio come lei stessa che ancora non si dava pace di quel fatto.
Allora, dopo aver compreso il valore della remissione dei peccati e della
redenzione in Cristo anche per lei sarà Natale: “Perché quando succede che
apriamo la porta del nostro cuore a Gesù ci accorgiamo che lui nasce in noi ed è
Natale. Il Natale più bello.”
Gianni
Ferraresi, in questi Quattro racconti di Natale ci dona la luce della
nascita di Gesù che s’irradia dalla sua personale vicissitudine e
dall’esperienza evangelica fino ad abbracciare tutta l’umanità, in un respiro
universale di pace, di speranza e di amore.
| |
 |
Recensione |
|