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Straordinario poeta Veniero
Scarselli, con una originale visione-meditazione del corporeo e un concetto
epifenomenico dello spirituale che s'accende a tratti della passione di un grido
trasvolante oltre il cerchio concluso della materialità della vita e
dell'essere, propone due intense prove poematiche, Eretiche grida, con
prefazione di Vittorio Vettori (Nuova Compagnia Editrice) e Piangono ancora come
bambini (Campanotto editore). Con «petrosi» accenti in Eretiche grida il poeta
dà la scalata alla vetta «più alta delle nubi più alte», un'aspra, disperata,
infine vana ascesa di croda in croda per più avvicinarsi, se non raggiungerlo, a
Dio. Il fallimento del titanico tentativo nell'animo dello sconfitto fa
aggallare l'intuizione agostiniana che l'uomo non può cercare Dio se Egli non lo
chiama a Sé: l'ultima parola del poeta è infatti una preghiera: «Fa' Dio | ch'io
riesca finalmente a inginocchiarmi | (...) | fa' ch'io possa dire stupito | col cuore
gonfio di Te: Son proprio io | colui che tanto a lungo hai cercato?».
Il secondo poema è un lungo straziato lamento per la madre
defunta: la fragile salma «(...) su un tavolo di marmo |da lavare e vestire
(...)», «una piccola bambola» che il poeta prende tra le forti sue braccia «per
allattarla alla poppa del figlio», il suo attonito disperato amore. Angoscia,
trasalimenti, incubi, azzardosi pensieri torcono il filo d'una poesia cupa e
desolata, funebre canto barocco che evoca John Donne, e, per la scientifica
passione per l'umano e il naturale, e per la ricerca del vero, espressi con alto
sentimento tragico. Robinson Jeffers.
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Recensione |
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