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Il libro di Manuela Lucianaz, insegnante di italiano e latino al liceo e ricercatrice presso il Cierl (Centro d’E’tudes Réligion et Laicité) e impreziosito dai suggestivi disegni di Fabrizio Cubani, ci presenta una moderna e inconsueta “favola” che ha per argomento un episodio della vita di san Benedetto da Norcia.

Il tutto ha inizio dall’incontro tra alcune bambine, una delle quali ha perso il fratellino nel recente e terribile terremoto d’Abruzzo.

Un giorno, visitando il monastero di Montecassino e osservando l’acqua di un pozzo, scorgono un’incisione sul fondo e l’immagine di San Benedetto. E proprio a San Benedetto si rivolge la piccola Marta, mentre ritorna con la mente alla morte del fratellino sotto le scosse del terremoto. Citando un passo del Vangelo di Giovanni sulla morte e risurrezione di Lazzaro, Marta si rivolge a san Benedetto come rivolgendosi direttamente a Dio: «Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto…». Ma una strana voce le risponde: «…Marta, tuo fratello risorgerà». E su quest’affermazione si dipana l’intero racconto: una bellissima favola che richiama le parole di Gesù e passi della Bibbia. Dal “segreto del pozzo” Marta e le sue due amichette apprendono anche parte (la più pregnante) della vita di san Benedetto e quella sua visione paradisiaca del mondo, degli uomini e delle cose terrene; mondo terreno che san Benedetto raffronta con quel mondo che ci sarà dopo, rivelando nel contempo il “segreto” del pozzo: “…il Paradiso è ovunque c’è vita in profondità. E’ quel luogo in cui si può ritrovare tutto ciò che di bene e di bello abbiamo costruito sulla terra, tutte le cose e le persone che abbiamo amato. Qui ritroviamo anche tutto ciò che avevamo perduto …”. Parole che a Marta si imprimono nella mente e nel cuore come un messaggio di consolazione al pensiero del fratellino tragicamente scomparso. E in questa “visione” le parole del santo la portano a vedere e a riconoscere attraverso un grande arcobaleno la sfavillante luce che avvolge il fratellino Lorenzo e tutti quelli attorno a lui e morti nel terremoto.

Attraverso le parole di san Benedetto “Dio è luce” avviene così una sorta di trasfigurazione che si concretizza quando Marta si rende conto di avere parlato proprio con il Patrono d’Europa e di avere appreso attraverso di lui che di lì a poco Lorenzo sarebbe apparso nel cerchio della sua luce.
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