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Quello curato da Stefano Piano, con una presentazione di
Jacques Dupuis sj, è un ampio ed esauriente saggio su culture e religioni
diverse. Un dialogo improntato alla pace per una conoscenza reciproca e
costruttiva di rapporti fra più religioni. Il volume nasce dalla collaborazione
tra la Commissione Interregionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso
Piemonte-Valle d’Aosta e si avvale dell’opera di eminenti studiosi, ognuno dei
quali apporta il suo contributo sulle materie specifiche trattate nel testo.
Oltre a Stefano Piano, docente di indologia presso l’Università di Torino che ha
coordinato il gruppo di studio e curato il capitolo dal titolo: “La religione
del Sikh”, prendono parte al lavoro: Pinuccia Caracchi (Sanatana-Dharma e
le principali religioni hindù), Antonella Serena Comba (Il ruolo del monachesimo
nel buddhismo), Elena De Rossi Filibeck (Il buddhismo tibetano), Jacques Dupuis
(Il dialogo interreligioso: prospettive e nodi teologici), Jae-Suk Lee (Realtà
ultima-CIELO e antropologia nel confucianesimo; il Taoismo: la religione
dell’armonia con il cosmo; Lo Shinto: la religione indigena del Giappone), Mauro
Maggi (Il buddhismo del Grande Veicolo), Alberto Pelissero (Tradizione e
rinnovamento sociale nello hinduismo contemporaneo), Mario Piantelli (La realtà
divina e la salvezza in alcuni significativi momenti del pensiero indiano),
Francesco Sferra (La figura del Buddha e il suo insegnamento).
Nella sua articolazione composita la ricerca tiene conto che ci
potrà essere dialogo solo attraverso una conoscenza reciproca delle variegate
realtà religiose ed è per questo che il saggio mette in bella evidenza universi
religiosi differenti e ideologicamente distanti fra di loro. Come ad esempio la
differenza della “storicità di Cristo” nella religione cristiana e in quella
indù: punto di forza in quella cristiana, non è invece presenza significativa in
quella indù, come tutto quello che riguarda il divenire che non può aggiungersi
a ciò che è eterno e infinito. Nell’ambito della religione buddhista, questo si
presenta come rivelazione di un modo d’essere, di un sistema filosofico, di una
visione del mondo, di una scelta e di un atto di fede senza contenuti.
Tutto si fonda sulla vita di Siiddhartha Gautama che ottenuta la condizione di
Buddha ci offre le sue Quattro nobili verità: i dharma, le cose
condizionate, il nirvana, la cessazione del dolore e la ricerca della
fonte della gioia profonda, il Dharma e il marga, il cammino
spirituale condensato in tre fattori: sensibilità morale, calma concentrata e
saggezza. Il buddhismo insegna il passaggio dalla non pace alla pace, dal
desiderio autocentrato al Bene incondizionato. Mentre il pensiero filosofico e
spirituale del confucianesimo si basa sulle cose concrete della vita umana e non
piuttosto su concetti astratti e attività specificamente religiosa; qui emerge
il carattere storico e deduttivo della teologia attraverso la “Cielo-logia”che
si fonda su due concetti: primo, il Cielo, inteso come Realtà ultima su cui si
basano tutti i concetti filosofici cinesi; secondo, il rapporto tra Cielo e uomo
raffigurato dalla manifestazione del Cielo nella natura umana in cui si incontra
l’essenza della Realtà ultima (Cielo) con l’uomo. Il Taoismo (da Lao-Tzu il suo
fondatore) ci conduce a una religione orientale nella quale il termine Tao
significa “via”, “cammino”, “totalità”, “parola”, “condotta di vita” e che
con il buddhismo e il confucianesimo ha plasmato la mentalità asiatica nel
proprio cammino spirituale. Qui, il termine Tao rappresenta la Verità e
la Vita ed è considerato come via di salvezza che porta alla vita.
Il rapidissimo excursus su alcune delle religioni dell’Asia,
ben ampiamente rappresentate e descritte nella loro complessità nel testo in
esame, ci porta ad una considerazione che si fonda nelle parole di Jacques
Dupuis a conclusione del volume: “Indipendentemente dagli interrogativi che
possono continuare a sussistere circa i limiti dell’arricchimento reciproco e
della «fecondazione incrociata» fra le tradizioni religiose, una cosa sembra
però chiara: per l’armonia fra le comunità religiose non servirà una «teologia
universale» che pretenda di aggirare differenze e contraddizioni; servirà
piuttosto l’elaborazione, all’interno delle varie tradizioni, di teologie che,
prendendo sul serio le loro differenze reciproche, le assumano nella decisa
convinzione di interagire nel dialogo e nella cooperazione”.
Un assioma che
raccoglie tutto il contenuto di questo saggio e che invita ognuno a riflettere.
Qualunque sia la sua religione di appartenenza.
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Recensione |
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