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La civiltà egizia si è sviluppata nella storia per oltre tremila anni e anche dopo la sua scomparsa il suo fascino è rimasto inalterato e si è trasmesso sino a noi grazie ai grandi monumenti architettonici e alle scoperte che via via si sono susseguite nei secoli. A partire da Ippolito Rosellini, padre delle Egittologia italiana, che a metà dell’Ottocento con Champollion progettò una spedizione scientifica in Egitto per copiare le iscrizioni geroglifiche dei monumenti e per incrementare con nuovi scavi archeologici, le collezioni dei rispettivi Paesi. Passando attraverso Giovanni Battista Belzoni che a partire dal XIX secolo fu uno dei propulsori del formarsi dei grandi musei europei, per giungere al piemontese Bernardino Drovetti che contribuì al primo allestimento del Museo Egizio di Torino, considerato da tempo il secondo al mondo dopo quello del Cairo, fino a giungere a Ernesto Schiapparelli, che divenne poi direttore del Museo Egizio. Schiapparelli fu lo scopritore della tomba di Nefertari e il primo ad occuparsi della zona di Deir el Medina dove trovò la tomba intatta dell’architetto Kha e della sua sposa Merit, il cui corredo esposto nel Museo Egizio torinese è uno dei principali poli di attrazione. Questo è solo un brevissimo e sintetico excursus di ciò che rappresenta l’Egitto in una città come Torino e di come si sia radicata una sorta di gemellaggio con caratteristiche diverse ma ugualmente valide. Senza poi voler trascurare che alcuni studiosi ipotizzano la fondazione di Torino addirittura da parte degli antichi egizi… Venendo ai giorni nostri e alle attività connesse con i rapporti tra l’Egitto e la nostra città è attiva l’Associazione Culturale Seshat International, con sede a Torino. L’Associazione è composta da un consiglio direttivo che coopera con il comitato scientifico e si coordina con esso promovendo attività culturali a livello internazionale. In tale senso Seshat International è una nuova forza intellettuale, una sinergia insolita, frutto del dialogo fra Paesi lontani ma sempre vicini come l’Egitto e l’Italia, e in particolar modo Torino. L’Associazione è nata per favorire e diffondere gli aspetti più significativi delle tradizioni letterarie, scientifiche, artistiche, nonché promuovere iniziative di carattere locale, nazionale e internazionale per rafforzare il concetto di integrazione fra popoli e mentalità diverse. Una delle finalità è l’organizzazione di convegni, mostre, manifestazioni e incontri di vario tipo al fine di scambiare reciproche esperienze ed idee. L’Associazione vanta un team di lavoro composto da esperti e studiosi di grande valore e ha organizzato, a partire dal 2003/2004, diverse manifestazioni, fra cui: “Viaggiando in poltrona alla scoperta dei tesori dell’Antico Egitto”; “Islam e Cristianesimo ortodosso”, una mostra con convegno per lo scambio culturale tra le grandi religioni monoteiste; “Sere d’Egitto”, serate a tema sull’Egitto meno noto; “Lezioni di Cultura e Lingua Araba, Egittologia archeologica e lingua”, presso il Politecnico di Torino; lo “Spettacolo teatrale Cleopatra” presso la Fiera Internazionale del Libro 2009. L’Associazione conta attualmente 762 iscritti e si avvale dell’opera di 42 volontari. Il Comitato Scientifico ha come Presidente Onorario il professor Zahi Hawass, egittolo, Viceministro alla Cultura della R.A.E, Segretario Generale del Servizio delle Antichità dell’Egitto, Corrispondente di National Geographic, oltre che docente di Egittologia presso l’Università del Cairo, l’Università Americana del Cairo e l’Università della Pennsylvania. Fanno inoltre parte del Comitato Scientifico eminenti studiosi come gli egittologi Sabry Abdel Aziz, Aly Radwan, Wafaa el-Saddik, Antonio Loprieno, il filosofo Anis Mansur e il Direttore Generale dei Musei di Alessandria Ibrahim Darwich. Presidente del Comitato Direttivo è l’egittologa Maria Stella Mozzanti collaboratrice scientifica del Museo Egizio di Torino. Dell’Associazione Culturale Seshat International fa parte il dottor Nasri Attilla Beriss, uno dei personaggi più rappresentativi di quel mondo apparentemente lontano ma a noi torinesi così vicino. Beriss trasforma il suo impegno anche nella cosiddetta “Cultura Materiale” che, come è ormai noto, è divenuta una delle più importanti espressioni di integrazione. Il “saper cucinare” è ormai un’Arte. Un’arte quasi al pari di quelle più celebrate come la musica, la letteratura, la pittura. E il prodotto che ne deriva non è più solo per la gioia del corpo, ma anche per la gioia dello spirito e, quindi, diviene vero e proprio “momento culturale”. Nasri Attilla Beriss, chiamato “Peter” è uno degli esponenti di questo genere di Cultura. “Peter” è oggi un volto molto noto nella ristorazione torinese, amato e apprezzato da una clientela prestigiosa. Nel corso degli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti, con segnalazioni nelle più importanti guide gastronomiche, come la stella Michelin nel “MAXIME”, il precedente locale gestito a Parigi, con le congratulazioni di Pierre Cardin. Nel maggio del 2004 è entrato a fare parte dell’Ordre International des disciples D’August Escoffier e nel mese di luglio dello stesso anno, nella sala des Etoils dello Sporting Club di Montecarlo, il Consiglio magistrale des Tourques Blanches gli ha conferito il premio internazionale del “Cordon d’Or”.
Questa è una doverosa premessa per presentare più compiutamente il personaggio “Peter”, come lo chiamano gli amici: attore, creatore e artefice di questa nuova Arte, quella della “Cultura Materiale”. Il dottor Nasri Attilla Beriss è nato a Luxor in Egitto dove ha frequentato le scuole di primaria istruzione e poi quelli superiori a indirizzo giuridico. Ma nella sua mente si faceva sempre pressante il desiderio di viaggiare e di conoscere l’Europa e soprattutto l’Italia. Fatta tappa a Torino poté dare sfogo alla passione che coltivava fin da bambino: la buona cucina. A partire dagli anni Settanta, dopo aver gestito alcuni ristoranti, ha perfezionato il suo istinto di “creare” la cucina sposando nuovi gusti con prodotti di prima qualità, soprattutto per la preparazione di cibi a base di pesce. E la sua intuizione lo ha portato a dare vita al Delfino Blu di Torino: ristorante al quale nel 1996 venne attribuita la targa come “miglior ristorante per la preparazione del pesce in Piemonte”. Fra i molti riconoscimenti, ottenuti sia a livello imprenditoriale che istituzionale nel nostro Paese vi sono quelli di Cavaliere e di Commendatore della Repubblica Italiana. A “Peter” abbiamo rivolto alcune domande più specifiche sulla sua attività:
Fin da piccolo ho avuto passione per la cucina. Col tempo, ho capito di avere anche talento.
Grazie alla grande passione e per l’amore verso il mare e le meraviglie che esso ci offre.
Per il futuro è mio desiderio che il “Delfino Blu” continui a essere un punto di riferimento, un’icona della ristorazione a base di pesce. Famoso per i gioielli del mare che offre e per l’accoglienza.
Amore, sacrificio, pazienza e… talento, senza il quale non avrei ottenuto nulla.
Sì… ho rilasciato autografi! ° ° ° Associazione Culturale Seshat International - Torino - Corso Verona 22 - www.seshat.it - email: info@seshat.it Naturalmente, per chi vuole conoscere meglio e saperne di più può consultare il sito: www.delfinoblutorino.com oppure scrivere all’Email: peter@ristorantedelfinoblu.net |
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