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“Fa bene scrivere e leggere di esperienze
che hanno insegnato a comportarsi, a vivere, come se mani serrate si slegassero
in un fluido piacevole al tatto…”: così Claudio Chiarella, ingegnere romano con
la passione dei viaggi, delle arti e della letteratura, ha delineato l’essenza
di questo breve racconto di vita. Un esilarante, schietto e minuziosamente
descrittivo “diario di bordo” di un’esistenza vissuta intensamente, ricca dei
più svariati e delizianti incontri amorosi che hanno segnato il suo sereno e
consapevole cammino verso la definizione della sua identità sessuale.
Lo scrittore,
che definisce se stesso una strega perché “ogni volta che comincio una storia o
un rapporto so già come va a finire”, apparecchia sul tavolo di una prosa lampo
e ridotta all’essenziale (nel tono e nelle emozioni) una galleria degli uomini
(e degli amici) più importanti della sua vita, che hanno segnato, alcuni
indelebilmente, il suo cuore, e che decide di apostrofare con i nomi dei più
importanti eroi omerici. Così sfilano all’attenzione del lettore Menelao,
Odisseo, Agamennone, Paride, l’indimenticabile Ettore e tanti altri, ognuno
inserito in una diversa cornice, ognuno con dei sentimenti, dei retroscena e una
peculiare storia da raccontare, che s’intreccia, a volte in modo brusco a volte
in modo dolce, con quella del narratore. Ciò che colpisce di più è lo status
psicologico di ciascuno di loro, l’incapacità o il rifiuto di accettare il
proprio io nella sua disarmante intimità, l’impossibilità di proseguire un
rapporto d’amore per egoismo, infantilismo, o mancata consapevolezza dei propri
desideri. A differenza del protagonista (“io ho avuto una metamorfosi limpida e
cristallina, fresca e pulita, come il ruscello di montagna che sfocia nel mare
senza essere stato inquinato nel passaggio attraverso insediamenti umani”), i
personaggi che incontriamo nel libro (fatta eccezione, naturalmente, per i suoi
inseparabili amici) si nascondono dietro una comoda ipocrisia, immersi nel mare
della paura e dell’indecisione, o incatenati nel conformismo familiare. Nel suo
piccolo, questo scritto è lo specchio, più o meno fedele, della società odierna,
e di quanto spesso la mancanza di coraggio nel vivere le più vere emozioni porti
poi all’infelicità, e alla rottura di legami che sarebbero potuti diventare
importanti.
Pillole di vita vissuta, scartavetrate su piacevoli scenari (come Roma e
Mykonos, località molto amata dallo scrittore), narrate a volte con un pizzico
di romanticismo, a volte nella loro visceralità: gli amori della “strega” si
susseguono in un vortice infinito, e ciascuno sembra aver lasciato nell’anima un
sapore diverso, un’esperienza da cui poter imparare qualcosa. Complimenti allo
scrittore che, in maniera così trasparente e leggera, ha parlato di sé senza
falsità ma con grande tenerezza.
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Recensione |
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