| |
Forse diventerò come il silenzio
"Forse andrò in un'altra terra /
dove gli alberi parlano e / la sabbia respira. / Forse diventerò come il silenzio
/
che mi racconta tante cose": strofe di immagini e di viaggi, quelle dell'autrice
Rai Antonella Calzolari, che trasformano la poesia in ascolto, in una
metamorfosi spontanea e naturale.
Delicate poesie regalate a
Chiara, 'tulipano in riva al mare', nelle quali chi scrive attinge forza vitale
dal paesaggio circostante, dove "ogni cosa si riveste di azzurro". Un colore
simbolo della poetica in questione, nel quale è possibile "specchiarsi", trovare
un'identità perduta, recuperabile solo attraverso elementi atavici e vitali.
L'aria, il vento, la neve, il respiro. Tutto è ampiezza, infinito,
indeterminatezza in cui essenziale è perdersi, è inevitabile recuperarsi.
Spesso, attraverso momenti sorprendenti: "poi improvvisamente / essere avvolti
da / un albero imbiancato / dalla neve"; "senza accorgersene / avere / il sole e la
luna / nei capelli".
Immagini quasi leopardiane in cui
non vi è però spazio per malinconiche rimembranze. Tutto è teso al futuro:
"andare, passare, scivolare / esplorare, sudare, imparare". I climax
verbali si alternano ad anafore incisive, che incidono nell'anima la voglia di
essere, sempre comunque e aldilà del tempo. "Sono felice di scrivere / che non
esiste il tempo", scrive l'autrice. Poiché lo scorrere delle ore mira soltanto a
recapitare illusioni al mittente: "un giorno ho creduto / che fosse vero, / che
l'incanto sarebbe durato, / che io sarei stata come un cielo, / invece nulla era
cominciato". Senza tempo, "non esiste la morte". Nessuna solitudine, solo comete
che illuminano un cielo pieno di speranze, nel quale, in riflessione, possiamo
immaginare nuove vite, nuovi sentieri da percorrere insieme.
Un libello leggiadro, pillole di
saggezza da leggere e rileggere. Unica lieve premura da adottare, una forma
grafica in copertina che possa dare maggior risalto, con qualche accorgimento,
allo splendore dei versi.
| |
 |
Recensione |
|