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Il Portale
L'intensa ed articolata raccolta poetica di Laura Pierdicchi, già affermata
autrice presente in antologie contemporanee, è un magico viaggio quasi
ultraterreno, alla ricerca del (non) senso della vita. L'etimologia stessa del
titolo del libro, come ricorda in prefazione Pino Bonanno, ha in sè una radice
di azione che "conduce oltre" la sfera del conoscibile. Si tratta di una strada
impervia ma coraggiosa, fatta di dolore e silenzio: ricalcando quasi il
principio shintoista del "torii", essa permette all'anima di passare, attraverso
la forza del verso, dall'impurità alla purezza assoluta, fino alla ricerca del
più insanabile dei misteri.
Attraverso un lessico semplice ma raffinato al tempo stesso, che fa,
metricamente, dell'anisosillabismo la sua chiave vincente, la scrittrice ci
conduce in una dimensione in cui il "sentire" (percepire con il corpo e con i
sensi) ha un ruolo predominante. "Il vero sentire non scade - / ciò che è entrato /
perforando la carne / non è più perduto": se, come si narra in un famoso film di Wong Kar-wai, 'tutto ha una data di scadenza', la Pierdicchi sembra sovvertire
l'assioma, conferendo al verbo principe addirittura abilità divinatorie ("siamo
sempre gli stessi / ma sempre diversi [...] per sentire / ciò che accade").
"Nessuno svela il segreto / della dualità che ci compone": questo è il nucleo
dell'enigma, quasi buio, che circonda il mondo con la sua follia di ipocrite
rivelazioni, di "aspettative mai appagate", dei pesanti fardelli di 'una vita da
espiare'. Ma, in fondo al tunnel, una luce salvifica appare e rischiara. È un
punto illuminante e illuminato, un "sole bianco come la luna", un desiderio di
etereo che squarcia il magma del fango mortale, che sembra attanagliare il
cuore. Sembrano questi i momenti degni di essere ricordati, che quasi rendono il
corpo un cosmo ora conosciuto, e non più "un insieme di forme e di elementi
percepiti".
Arricchita magistralmente dalle bellissimi immagini di K.B. Rossetto, l'opera
della Pierdicchi è un'innovativa sorpresa letteraria, nella quale è piacevole
scoprire una dimensione ultrasensoriale nella capacità accogliente di un verso
che resta immortale, oltre la sfida delle ore. "Nessuno / è stato creato / in un
certo momento - / tutto esiste da sempre / senza tempo / in un eterno presente": non
c'è un passato, nè un futuro...solo meraviglie emozioni silenzi / finzioni
cadute tradimenti che danno alla vita la dimensione di un sogno a due facce.
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Recensione |
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