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Riflessioni
pacate e intelligenti, piccole noci del desiderio da “scartare” al momento
opportuno: questi sono i racconti (o meglio, pezzi post moderni, così come è
scritto nella quarta di copertina) che Alberto Scarponi propone all’attenzione
dei suoi lettori. Già traduttore e redattore di importanti riviste politiche fra
le quali spiccano le Opere di Marx ed Engels, l’autore esterna,
stemperandola con fine ironia, l’ottima, innata, vena filosofica ponendosi mille
domande, fornendo altrettante (precise?) risposte, sugli infiniti perché
della vita. Anche se, per sua stessa ammissione, “la vita (quotidiana) poi è la
moltitudine delle risposte. Tu muori e divieni quattro domande senza risposta
(chi, come, dove, perché, ndr.)”.
L’iniziale
impatto visivo può indurre a definire questo libro come una raccolta di
“esercizi di stile”: più di cinquanta piccoli brani in prosa (e dodici versi
soavemente poetici), elencati in ordine alfabetico con l’utilizzo di semplici
titoli nominali mutuati dalla cultura comune. Espressioni di stati d’animo (Amore,
Noia, Passione, Ricordi) si alternano ad episodi di quotidianità (Appuntamenti,
Chiacchiere, Shopping, Vacanza, Viaggio, Funerale),
ma il contenuto, già a partire da ogni singolo incipit, è spesso
sorprendente, ludico, accattivante. La paratassi, davvero dilagante, i simpatici
neologismi, la punteggiatura labirintica, le allitterazioni si fondono dentro
pensieri naturalmente astratti, creando massime e sentenze estremamente
incisive: “la misura dell’uomo non è la totalità. E nemmeno l’assoluto. E’ il
relativo […] l’adeguatezza, in breve il limite”. Ma gli esecutori di tali
esternazioni sono spesso persone comuni, fra le quali, sovente, lo scrittore
stesso.
Tutto ciò rende
la costruzione di ogni pagina – come fa notare a ben diritto Patrizi
nell’introduzione- spontanea e insieme calibratissima.
L’unico rischio, nella lettura, è quello di perdersi tra le infinite parole…Ma è
un “naufragare dolce”, utile alla mente. Lode a Scarponi per il fervido vigore
intellettuale dimostrato nella stesura del suo lavoro e per l’originalità
dell’idea.
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Recensione |
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