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Voci
dall’ombra
“Più che la luce mi seduce l’ombra”: nel verso,
certo e lampante, del prof. Silvio Raffo, si legge l’espressione più sincera del
pensiero di Valeria Massari, affermata e pluripremiata poetessa lombarda.
L’autrice di questa silloge poetica imprime sul foglio lettere e parole tutte in
chiaroscuro. Chiaro è il tono della speranza, svelata dalle ali di un gabbiano
che sfida “il vento e la bellezza di mare”, e dall’epifania di una stella a cui
mai negare una risposta. Scura, comunque in controluce, l’ombra del sogno, che
sfuma in un “ricordo che fa tremare il cuore”, e in un “dolore che pulsa nelle
stanze vuote dell’anima”. La luce, lo spazio ed il tempo sono parole chiave in
dissolvenza, quasi fantasmi non più abili nell’assolvere la loro funzione
primaria. Tutto è inganno. Il sole è in perenne, malvagia metamorfosi: da “lama
che fende il silenzio” a “miraggio nascosto”, da “punto che non scalda” a
pallido emblema di speranza, “fragile e stinto,/come raggio di luna”. Così, per
raggiungere “lo spazio di cielo che ci attende”, potare i rami secchi diventa
l’obbligo morale, la garanzia di sopravvivenza (“sono un albero potato/ per
rivivere, tutto ho tagliato”).
Destini, doppio componimento in cui il tempo
è giocatore della vita e sibilla rivelatrice insieme, diventa nave di alleanza
tra “noi” e “voi”, coralmente impegnati nella conquista di un azzurro che sembra
quasi irraggiungibile. La meta è lontana, e la causa è l’inettitudine dell’uomo
che ‘non alza mai il capo’ verso il cielo. Anche l’amore è una voce dall’ombra:
si sceglie la libertà, un addio nel quale “la tua presenza si dissolverà/ nello
spazio a me rimasto per riviverti”. Una decisione che genera, comunque, dolore
(“si soffre, là/ dove c’è stato amore”). I ricordi ed i rimpianti si trasformano
in cristalli, emblemi fragili e pessimisti della visione passata e futura.
Quello che forse manca nei versi della poetessa è la tensione, l’anelito a
vivere nella dimensione di un infinito in cui si crede poco, probabilmente
nulla. E’ la privazione di una salda fiducia in se stessi, nella potenza di un
cammino nel quale ‘invano si cerca la propria ombra’.
Ciò che però non è dato trovare nel cuore
dell’uomo, è invece possibile recuperare nell’intimità e nella forza della
natura, nell’esplosione di “campi bruciati dal sole”, nella “campagna assolata”
della Gestazione del dolore, dedica solare e vitale al maestro Vincent
Van Gogh. E’ qui che la poesia si libra oltre l’ignoto, per recuperare, con
primordiale verità, la forza del sentimento e della passione per l’Arte.
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Recensione |
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