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Non sono amante delle narrazioni gialle o poliziesche, eppure
il romanzo di Anna Maria Frascaroli l’ho apprezzato e gustato assai. L’autrice è
stata capace di narrare con una gradevole punta d’ironia problematiche anche
attuali (la storia pare abbia un fondo di verità trasformato e arricchito
dall’arte dell’autrice), quando si è disposti a tutto per il bene del borsello.
Interessantissima la tecnica di mostrare la situazione secondo più ottiche. La
vicenda è relativa al vissuto di una giovane ragazza avvocato, Martina, il cui
socio viene prima arrestato e poi ucciso. Senza responsabilità alcuna Martina è
coinvolta nel susseguirsi degli eventi e costretta a una fuga piena
d'imprevisti, insieme alla vedova. La giusta dose di Suspense e d’azione, che
coinvolgono il lettore senza dimenticare i messaggi che chiaramente sono lui
destinati. La storia è ricchissima di personaggi ma mai appesantita, con
tradimenti e colpi di scena. Si tratta anche di uno scritto amabilmente colto,
basti pensare al titolo Farandole, che indica un’antica danza provenzale di
origine greca, a sottolineare il movimento e il gran numero di ballerini. Da
Milano si finisce a Trinidad, con anche tanti palcoscenici, ma soprattutto è da
sottolineare l’intento pedagogico che vuole esplicitare quanto il denaro, il suo
accumulo e la cupidigia abbiano poi nelle loro maglie, negatività per le quali
non vale la pena di far sopravvalere i soldi all’essenza dell’essere. La forma e
la sintassi sono buone, il periodare snello ma ricco. Collocando l’opera
nell’attuale contesto, momento di aggressività e violenza si storicizza la
storia che fa da documento interessato a evidenziare le incongruenze della vita
moderna.
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Recensione |
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