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Belle descrizioni e dialoghi che esplicitano sentimenti e
cogitamenti. Gradevole l’uso di qualche espressione stilisticamente rivolta
all’ermetismo e che induce alla riflessione e al ragionamento. E’ la storia di
Peter che si sottopone, presso dei monaci, a intraprendere una interessante
esperienza mistica, per capire quanto anima e corpo siano ambivalenti e
inscindibili, in quanto lo spirito ha valenza quanto mai importante.
Senza pedanteria l’autrice riesce a trasmettere fini e
profondi pensieri. L’enorme valore della meditazione, la frugalità delle vesti,
totalmente immersi nelle scene di contemplazione. Il bagaglio di saperi e
saggezza portato dai sapienti, fa capire al protagonista quanto a volte nella
vita lottiamo per emergere nel tentativo di raggiungere vacue mète. Peter è un
autore di romanzi polizieschi, ma Mirit lo convince a vivere di persona la
conoscenza dei monaci. Perché sta al mondo Peter? Forse non per scrivere assurdi
gialli, forse c’è ben altro! C’è da fare qualcosa di più importante che redigere
libri polizieschi: c’è da scrivere il libro della vita. L’esperienza di
trascendere, che all’inizio sconvolge il protagonista, viene proposta al lettore
da un’autrice che ben usa le tecniche narrative, con pagine importanti che
scorrono sobrie e senza mai appesantire. L’ascesi, il pensare in alto, possono
riempire gli enormi vuoti che a volte sorgono nelle nostre vite e in noi. Mirit,
che dona grande amicizia ma nega di essere l’oggetto di una eventuale relazione
di coppia, è l’unico fiore profumato nella vita di Peter: con analessi
perfettamente inserite, arguti flashback, questo volumetto ci fa
comprendere quanto si vive in questa storia. Il mondo occidentale, Peter è di
Philadelphia, è ben lontano dal comprendere il senso dell’esistenza, illuso da
falsi bisogni che a nulla portano. Persino l’acqua, se bevuta davanti al monaco,
pare vincere la nebbia della mente, ottenebrata dai percorsi intrapresi nella
vita di tutti i giorni. Il tempo giornaliero viene diviso in 4 parti di sei ore,
per reimpossessarsi dello scandire
dei momenti e dar loro un senso, che vada al di
là dei palinsesti. Il cibo va avvicinato comprendendone il sapore e il
significato, tutto risale a epoca ancestrale, l’uomo può meditare, ma quello
della nostra epoca pare esserselo scordato, inseguendo falsi miti. L’infinità
del tempo ci lascia a bocca aperta, eppure a volte ci battiamo per acquistare
istanti che ci paiono importantissimi, ma che poi si perdono nel nulla. Tutto
può essere tolto all’uomo ma una cosa può rimanere sempre con lui, se saprà
capirla: la fede. Peter acquisisce fondamentali congnizioni vivendo l’esperienza
con le ombre della vita, tutti quegli aspetti che fanno agire senza onestà
giustificando i mezzi con il fine. La civiltà si fa prendere gioco da effimere e
inconsistenti ricchezze, mentre lo scopo di ognuno dovrebbe essere quello di
essere, non schiavi, ma figli di Dio e sentirsi l’anima libera, anziché schiava
delle ignobili promesse del nostro momento storico.
Al di là delle religioni
particolari, la stessa filosofia rimane incapace di spiegarsi la creazione, se
non con l’esistenza di una volontà superiore. L’uomo saggio si astiene persino
dal giudicare, solo Dio sa cosa è giusto o ingiusto e come diceva Socrate, solo
il sapiente è cosciente di non sapere, quindi secondo il monaco ci si deve
affidare al progetto divino. L’orrore degli atti omicidi, tanto numerosi nel
mondo, è tanto atroce dal non essere neanche visibile durante l’esperienza
mistica. L’egoismo vince su tutto, mentre chi ha potere non lo dovrebbe usare
per dominare più persone che può, ma per aiutare gli altri più che può. Ogni
pagina è densa di frasi importanti, un vero regalo per il lettore, fio
all’estremo sacrificio del monaco che mostrerà qual è il vero valore di darsi
all’altro, oltre le parole, ma con i fatti.
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Recensione |
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