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Con la stessa sensibilità con cui cattura nelle sue sapienti inquadrature la tensione evocativa del dettaglio, del particolare, per farne chiavi di lettura della storia dell’uomo e del suo rapporto col mistero della vita, Luccia Danesin, fotografa padovana che ha al suo attivo esposizioni in varie città italiane e straniere, coltiva l’interesse per la parola e la sua espressione poetica. Dopo Un fard rosso arancio, del ’97, pubblica ora una seconda raccolta, che ha subito ottenuto l’apprezzamento della critica più accreditata. Il libro, corredato da un’eloquente immagine dell’autrice in copertina e da una prefazione di Maria Luisa Spaziani, è stato presentato giovedì 15 novembre, nella Sala Stendhal del Caffè Pedrocchi da Silvana Wailler Romanin Jacur e Lorenzo Guella.

Suddivisi in 4 sezioni, i 74 componimenti del volume compendiano, nella grazia misurata che contraddistingue lo stile dell’autrice, temi nodali della vicenda esistenziale: l’amore, la memoria, la morte, ma anche il senso del nostro paziente, quotidiano vigilare, l’ardore d’un’attesa che sfida il tempo e resiste alla sua usura, sa godere del dono inatteso, di ogni piccola sorpresa, sperimenta nuove possibilita di percezione, non teme di smarrirsi nel prefigurare altre dimensioni, di confrontarsi con l’insondabile altrove. Tessuta nella trama di ardite e originalissime metafore, la poesia di Luccia Danesin procede per condensazioni e rarefazioni, seguendo un ritmo in sintonia col respiro. "Essenziale, rapida, luminosa in un ritmo musicale e dolcissimo" – come annota Giorgio Berberi Squarotti in una lettera all’autrice –, è scrittura dell’esperienza che coglie nell’istante l’infinito e sa restituire la leggerezza che toglie il dramma e, che consola. Pregnante, la parola incide ciascuna emozione e rilascia nella pagina il suo disegno senza soluzione. Connotazioni liriche e astratte sono bilanciate nel suo testo da un’aderenza al dato fisico che riporta all’equilibrio tra cuore corpo e mente. Scrive Maria Luisa Spaziani "Nessun sentimento è romanticamente gridato. Una superiore saggezza frena gli abbandoni e li trasforma in sigilli". E questa la forza silenziosa dei versi di Luccia Danesin.

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