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Protagonista di questo romanzo è Maria,
detta "la Mora", una bella ragazza vissuta nella campagna veneta ai primi del
Novecento. Una giovane donna forte, volitiva, determinata e al contempo fragile,
vulnerabile nella sfera dei sentimenti. Maria cerca l'amore: lo trova, e ciò che
ne consegue la segnerà molto profondamente. Riesce facile, al lettore,
affezionarsi a questa "Mora" scaturita in parte da ricerche storiche e in parte
dalla fantasia di Elisa Sala Borin.
Ma sarebbe riduttivo ascrivere questo
libro alla categoria dei libri romantici, imperneati quasi esclusivamente sulle
vicende sentimentali dei protagonisti. Non è affatto così. Il romanzo, molto
scorrevole e ricco di fascino, ha il pregio di portarti il clima, gli odori, i
sapori, l'allegria e lo sconforto, i turbamenti emotivi, le tragedie e i motti
di spirito di una generazione che vive ormai solo nella memoria dei nostri
vecchi.
Al di là della trama, questo libro si
impone per il suo valore di testimonianza di un'epoca tutto sommato ancora
piuttosto vicina ai lettori attempati, ma lontanissima dai ventenni di oggi. E
se ai primi questo libro sollecita l'affiorare di ricordi gustosi e commoventi,
ai secondi svela aspetti sorprendenti della Storia (quelli a me più cari, e che
non si trovano nei manuali scolastici).
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Recensione |
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