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Angeli stanchi“…, niente a te mi
avvicina
Introduzione
di Grazia Giovannoni
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Silenzioso canto malinconico
Antologia L’Amore in versi
Ibiskos Editrice di A. Risolo -
2005
Se
sapessi dove porta questa discesa
che
io non vado: spinge al fiume
incupito da rovesci lontani e recenti,
assieme a folle assenti che urtano.
Premono gomiti acuti, ridono guance
flaccide, dentiere bianchissime,
borse aperte ai piccoli zingari
dalle dita sapienti; macchine
fotografiche con occhi indiscreti
frugano – cispose – anime sconosciute,
cieche meccaniche di precisione,
non
vedranno la mia malinconia.
Vorrei salire la discesa per irsute
colline di cipressi, di macchie
feroci di spini e di rovi; nel silenzio
sterile e assoluto, segno il tempo
che
non posso arretrare.
Mi
aspetta il fiume dei gorghi,
delle ulcere che portano al fondo,
dei
vortici occhiuti che mi cercano
sui
ponti come spirali di silenzio fangoso.
Parole senza eco, che muoiono al tramonto
non
bastano a resuscitare un sorriso,
se
la mia voce non ti giunge, lascia
che
a parlarti sia il mio silenzio,
che
il tuo silenzio sia la mia voce.
Sarò
lieto se i tuoi occhi non saran
volati via col silenzio ed il crepuscolo
li
accenderà come ridestando chi dorme:
allora potrò lasciare il fiume e salire
la
mia discesa col sole che ci abbraccia.
Sogni luminosi
Non
peregrina al sol,
come
la notte,
libero il cuore,
artefice di sogni
luminosi e vaghi,
che
all’alba
un’arida ragione
assorbe dura.
Come
Penelope,
lasci alla mente
la
forza risoluta
di
comporli, ma impietosa
la
luce non libera contorni
all’immaginazione;
se
nell’aria non sgorga un sorriso
a
catalizzare la reazione,
che
al gioco della vita
imponga l’attenzione,
così
che tra le dita
non
lasci scivolare, un sentimento
che
si chiama amore.
Maschere
Quale maschera devo indossare
per
far sorridere il tuo cuore:
tu
mi vuoi pulcinella con
il
volto danzante, su cui ride la gente
oppure arlecchino, di azioni
meschino è solo il suo interesse
che
gli agita la mente.
Invece son Pierot, la lacrima
lucente contrasta con la scelta
di
una vita silente fatta
di
sguardi acquosi in cui
si
può notare il desiderio
spento di una vita d’amore.
L’angelo della pioggia
Antologia del premio Il Litorale - 2005
Il
fiume è ancora gonfio
di
fango e strie di luce,
frena il battito delle ali
l’angelo della pioggia e
le
chiude come ombrelli,
anche stormi di uccelli neri
che
ruotano sulla piazza
scuotono le ali prima
del
riposo in seno
alle
muraglie della chiesa.
La
pioggia cessa e il sole
irrompe livido tra nubi saponose.
Sorride l’angelo della pioggia
e
canta con voce di suono
tagliata da frange di parole;
contempla con fuoco freddo
il
caos dei tetti lucidi,
le
nuvole, gli alberi, i venti torridi
e
chiede all’aria:
-
“Cosa vuoi che dica la mia bocca,
pozzo di nomi che non ho detto
e
forse non dirò, parole
che
non si possono udire,
perché il mare mi salva
dal
sogno e le sue porte
si
aprono
per
l’angelo della pioggia.
Ascolta
Antologia del premio Città di Salò - 2005
Ascolta, amica mia silenziosa,
in
questo corpo impietrito
abitato da stracci di pensieri,
già
suoni troppo lunghi,
che
sibilano come spifferi d’aria
dalla mia testa ossuta, ascolta
il
tenue filo incorrotto
che
mi lega a te!
Troppe le lacrime da piangere
che
annegano nel tuo cuore,
solo
foglie defunte, per mia sfortuna,
cadono nelle tue mani
come
pianti liquefatti.
Nella solitudine di quest’ora di morte,
sacerdote all’unione tra la tua alba
e la
mia notte, il pensiero di te
mi
accompagna ancora e testimonia
che
il saper di tua vita mi consola.
L’ombra delle parole
Agenda della Poesia
Ibiskos Editrice di A. Ulivieri -
2005
Non
posso che cercarti
sulle pareti tatuate
dall’ombra delle tue parole
mentre svanisce il suono,
loro
è nel cuor che stanno
col
nuovo messaggio criptato
da
risolvere senza mai capire
se
porta primavera o seppellisce
nella fredda terra, sotto la neve,
la
speranza dalle porte aperte.
Amarti ancora
Antologia Tanto gentile e tanto onesta pare
Book Editore
- 2004
Chino sull’orizzonte bagnato di pioggia,
alla
foce del fiume, con ansia obliqua
aspetto il tramonto: ecco il destino
di
un giorno non sperato; come l’odore
di
casa abbandonata non c’è fiore
che
di notte profumi.
Che
povera speranza è amare!
Fragile come spada di cristallo,
fredda come moneta di elemosina,
così
debole è la fiamma e fuggitivo
il
fuoco dal legno che non arde,
che
il fumo spento e abbandonato
odora lontano nel bosco.
Annegando nel cuore chiedono tristemente
ciò
che di futuro porto in me:
se
c’è ancora qualcosa nel cielo di un’alba
intrisa di pioggia, posso amarti
solo
con baci e rossi papaveri.
Senza sole
Ho
atteso invano
l’arrivo di un sorriso,
di
quel sorriso
che
avrei scambiato
per
dar luce a un giorno
già
di festa.
Intorno anche gli oggetti
in
silenzio al buio di un’alba
che
resta senza sole,
han
trattenuto il fiato
guardandosi intorno ciechi.
Non
c’è gioia se
Non
vedo occhi profondi,
verdi come lo smeraldo
del
mare calmo di un novembre,
caldo di sogni, con le foglie
che
iniziano a cadere
come
illusioni fresche.
Al
vecchio ramo aggrada l’ombra
che
nasconde la delusione
di
una nuova giornata senza sole.
Abbracci
Dove
sprofonderò se scioglierai
i
tuoi abbracci, e i dolci baci
si
fonderanno senza,
averci mai uniti.
Sono
vivo solo per la penna:
è
quello che scrivo che tu ami,
che
ti protegge ed infonde calore.
Non
vengo visto che attraverso
le
pagine in cui mille parole
camminano abbracciate;
duplice è il significato:
da
sole o con le altre
mentre trasportano,
con
la zucca di Cenerentola
i
miei pensieri ancora ricchi
delle emozioni che consumano un uomo.
Arrugginite le catene dei rimpianti
lentamente, si dissolvono
e
lasciano cadere nel profondo
del
baratro l’uomo dagli abbracci libero.
Non cercarmi
Adesso non cercarmi, è inutile,
il
tempo dell’attesa,
sconosciuto all’anima del vento
si è
consumato senza scopo.
Ti
aspettavo incollato al selciato
di
strade lungamente percorse,
allora attendevo che il sorriso
dei
tuoi occhi carezzasse
la
corsa verso la speranza,
ma
accanto al sasso l’erba
non
sussurra più la sua crescita.
Adesso non cercarmi, il tempo
dell’attesa si è esaurito.
L’angelo dell'amore
Tanto gentile e tanto onesta pare
Book Editore
- 2004
Arriverà il tuo angelo dell’amore
dall’incedere sicuro piroettando,
le
rose bianche ti profumano
e la
musica ti riveste: è arrivato
il
tuo angelo dell’amore. Incipriano
l’aria i riflessi delle paiettes della
sua
tunica, sfavillio di ali.
L’angelo dell’amore è arrivato,
petali rossi infiorano il tuo letto,
il
tuo angelo è arrivato con le vostre
iniziali portate dalle rondini.
Morta in me la speranza, cerco
nei
neri abissi il paradiso perduto
aspettandoti. Senza voce quante volte
ho
chiesto, chiedo e chiederò
dove
sei, mentre il tuo angelo
dell’amore mi ha strappato dal corpo
l’anima e l’ombra vaga senza luce,
senza sapere dove andare a morire
perché il tuo angelo dell’Amore è qui.
Angeli stanchi
IV Concorso “Poeti nella Società", Basilea (Svizzera)
Antologia Autori in cammino verso la luce - 2004
Pubblicata (parziale) nella
Agenda della Poesia
Ibiskos Editrice di A. Ulivieri - 2004
Vedo
ancora volare angeli stanchi
e
candidi abiti da sposa, tatuati
di
trine e strascichi bianchi
come
i vicoli rivestiti a festa
da
coperte e tende per le nozze.
Camerieri fluttuano girando
tra
i tavolini a pulire i marmi,
camminano su pellicole ondeggianti
nel
vuoto, ma nessuno canta,
nessuno prega. Occhi senza luce
forzano la vita delle donne;
assorte vedove afgane col burka
attendono che arrivi la morte,
le
madri impazziscono
con
i figli stretti al petto e vestiti
senza corpi di uomini soli.
Vedo
volare solo angeli stanchi,
come
vele sospinte dal soffio della morte
raccolgono corpi senza nome,
gridano lontano – non ti conosco,
aspettami – che la notte non trema.
Non
grida di freddo la pioggia
e
l’azzurro la segue
disperso tra stella e stella.
Non
vedo più volare angeli bianchi
occhi ciechi anneriti da una luna dimenticata,
cercano i figli inchiodati sulla terra:
a
spegnere i fuochi tristi che li vegliano
incalza l’urlo silenzioso della guerra.
Pace
Antologia del Premio Via Francigena
– 2004
Pubblicata con il titolo
“Bambini fate la pace”
ed esposta nel “Museo dell’arte dei bambini”
Smerillo (Ascoli Piceno)
Pubblicata (parziale)
nell’Antologia L’amore e la guerra
Ibiskos Editrice di A.Ulivieri e Eri Rai 2004
L’amore si fa pace, dal Soglio
il
Verbo ci conforta, prendi
per
mano il tuo nemico e al petto
stringilo. Seduti all’ombra
dell’olmo del consiglio,
che
ancora regge il cielo senza
tremare, chiedete abbracci alle frange
di
aride colline e filanti scialli di pace
tessete con l’iride dei fiori.
La primavera schiuda gemme
dall’umido profumo dei meli
tra
il tremolar dei rami :
che
non accada adesso
sciogliere luce sulle croci
bianche a punteggiar la terra,
che
adesso non accada udire
l’urlo mortale della guerra
spegnere il mormorio delle tue vene.
La
vita non colga viole del pensiero
per
orlare il tuo fresco sudario
fino
al bianco gemito dell’alba.
L’uomo si mobiliti
Vetusti cipressi alti e dritti
muovono dolcemente cielo e terra
ad
indicar l’azzurro per la pace,
e
con la brezza collinare
per
la vita s’inchinano.
Lucide bacche rincorrono
scintille di sole, mostrano
saettanti sogni della terra
che
premono pace alle anime sole.
“Non
si può sparare sui fratelli,
si
gela il grano”– mormorano –
“
non fate un mondo di macerie,
l’uomo si mobiliti, difenda
gli
uccelli dai becchi perforati
dai
proiettili traccianti,
e
legati con un nastro rosso
li
guidi al placido equatore.”
Il
cuore muova all’assalto
di
luci già bruciate
che
conducono ad un morto
mondo di morti.
Per una pace che sia anche la tua,
che
balli agli angoli della strada
senza sosta e come sughero
galleggi tra la folla
le
violette del pensiero –
come
fossero i tuoi occhi –
raccoglierò sulle prode e nei boschi.
Quando cuori insanguineranno
il
vento, resterà una battaglia
persa, ma un amico come anch’io
nasconderemo gocce di brina
a
protezione della tua giovinezza.
Il
mondo resta ad aspettare
il
tunnel della morte che fa dimenticare
un
vendicativo Giudizio Universale.
L’angelo nero
Antologia del premio San Domenichino 2001/2003
L’angelo viaggia appesantito
dal
tappeto marocchino arrotolato
sulla spalla, non vola
fardello è il tappeto
-“
Come vuoi che possa volare –
ripete dall’orlo del cratere –
“
non sono nero di fuliggine
né
di fango: sono l’angelo nero,
fiore di giovinezza effimera.
Fatemi vedere la luce,
anch’io inchiodato sulla
terra ferita voglio vederla.”
Le
ali di grigie piume
danzano la morte.
-“
Basta lamenti, sono l’angelo
nero
dalla veste bianca,
di
smisurato spirito;
senza speranza che
già
son condannato all’agonia,
al
logorio delle ferite
di
sangue raggrumato.
Alla
luce urlo – non di sfida –
sono
l’angelo nero
che
aspetta il suo giorno.
Sepolcri imbiancati
I piccoli paesi illividiscono
sotto lo sguardo
accigliato della luna piena.
Sassi e pietre calcinate
come
scomposte lastre
tombali contro
il
nero delle colline.
Credo non racchiudano più
umane passioni né
anelito vivente: case
abbagliate dalla notte
fredda e serena,
schiacciate e raggelate
da
un mondo lontano,
dal
cielo pallido
come
casse senza vita
di
sepolcri imbiancati.
Bengala
Gialle foglie, giallo tiglio,
lamine come palpebre
intrise di sentimenti
vibratili, in simbiosi
con
le folate settembrine,
piangono lacrime
di
una pioggia insistita
già
burrasca.
Da
profonde fenditure
nel
cielo nero,
tuoni si schiantano
rumorosi sulla terra
che
tutti li assorbe,
appena illuminata
da
un lontano bengala
che
brusco si attenua.
Notte lucente
Antologia L’amore in versi - 2005
con presentazione
Un
bel giorno sgusciò dalla conchiglia
una
perla di chiarore notturno
e
l’aria leggera, sottile e fragrante
divenne tutta illuminata e lucente.
Quando mai potrà capitarmi notte
più
bella di questa ? La vedo ogni
volta come il chiaro di luna
che
pur da lontano è bello guardare.
Il
cuore può avere pazienza, ma io
non
ho più cuore, che è diventato
fragile e lieve come di sottile cristallo.
Guarda quindi chi sei, adoratore
del
fuoco e del fumo, sei polvere
e
non puoi strappare dal volto
della terra, il sole ed il vento.
Non
nasce ogni giorno il chiarore
fragrante della primavera.
Papaveri
Agenda della poesia
Ibiskos Editrice di A. Ulivieri - 2005
I petali
rossi dei papaveri
Hanno
allargato le braccia
Posandosi sulla scrivania
Hanno abbandonato il mese
Delle rose e si sono rifugiati
Tra
le pagine di un volume.
Chi
ritroverà quei sorrisi
Tra
il verde del giovane grano
Agitato da brezze sincere ?
Non
ogni giorno una nuova
Primavera nasce, né di porpora
Si
copre il volto del prato.
Inverno
La tramontana
mi allontana
dai
luoghi consueti,
a
tergo mi sospinge
lungo il sentiero delle ghiande
di
leccio, ove volteggiano secche
le
gialle foglie dei platani
di
questo inverno avanzato.
Il
cielo sibila affilate domande
di
ghiaccio e tace le calde
risposte delle lievi sabbie tunisine.
Un desiderio come di ginepro
Finalista VI Premio “Il Simposio”
Buccino (Salerno) 2005
Sono
ancor giovane dentro,
ma
colla speme non sovvien
la
giovinezza. Spezza l’oblio
un
desiderio forte e amaro
come di ginepro, lungo l’erta
affannosa il finocchio selvatico
addolce l’aria di un profumo
insidioso ed intrigante, che
i
cipressi al quadrivio degli ulivi
rispettano, inchinandosi al vento
che
non lambisce la curva
delle Verginelle con intenzione,
mentr’io mi bagno coi sapori
dell’aria, col silente cimitero
che
d’ombra copre la salita.
Sogni
Antologia del premio Il Litorale 2003
Non
trovo più parole
per
descrivere i sogni
che
svaniscono all’alba,
mangiati dalla mente,
mentre tento di farli
vivere col cuore.
Sospinto
da
sorrisi di cascata
e
sguardi di ametista,
incastonati nelle promesse
di
schiume marine che
languide abbandonano
la
spiaggia, ancora umida
di
notti calde e insonni
Sogno
Se
accetto di porgere nuove
pietre lungo la strada
che
percorro, esplodo
in
un grido di libertà
senza linfa vitale.
I sogni son nuovi dubbi
che
nascono senza sforzo
coltivati dalle corolle
bianche delle rose e
dall’azzurro australe
del
cielo che tramonta.
Non
trafiggerli come farfalle,
i
sogni sono vivi,
e
possono essere gli ultimi
anelli di una ferrea catena
di
rimpianti.
Ho un debole
Ho
un debole per chi soffre e lotta,
per
chi ha la forza di un sorriso
per
gli altri.
Ho
un debole per chi eleva al cielo
una
preghiera, con innumerevoli
candele di speranza.
Ho
un debole per la vita conquistata
ogni
giorno, senza rinunciare
al
senso degli affetti.
Ho
un debole per gli uomini e
le
donne che non si nascondono
tra
l’erba della collina
aspettando un nuovo giorno.
Ho
un debole per i sentimenti irragionevoli,
impronte di silenziose tracce che sicure
albergano nell’animo dell’umanità.
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