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Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta
in
BLOG poesia3002,
12 novembre 2021
“Ogni sera Dante ritorna a casa: una piccola, geniale operazione culturale di
Roberto Mosi”
Fra le pubblicazioni uscite in occasione dei settecento anni dalla morte del
Sommo poeta, mi fa piacere segnalare questo volume che Roberto Mosi ha composto,
raccogliendo il frutto di ben sette passeggiate intorno ai luoghi della vita e
delle opere (La divina commedia principalmente!) fatte insieme ad un gruppo di
amici, in un periodo, quello della fase più dura della Pandemia e delle
restrizioni conseguenti. E’ stato questo, anche un modo per esorcizzare, con la
cultura e la poesia di Dante, la tristezza di quei momenti.
Nonostante l’ingresso nel periodo della regione rossa (per la Pandemia!), il
gruppo non si è fermato, impostando due delle sette passeggiate in forma
virtuale, dando anche un segnale di positività alle restrizioni inevitabili. Va
detto che la compagnia degli amici era ben formata, nel senso di una solida
cultura dantesca e non solo e di una presenza anche di attori di scena che hanno
contribuito ad arricchire per loro (e per noi lettori) la descrizione dei luoghi
e delle rimembranze dantesche presenti nelle sue opere.
Molto ben organizzata la logica delle passeggiate che, partendo dal luogo più
intimo di Dante, quella che viene comunemente riconosciuta come la Casa di
Dante, in via Alighieri, dove è posta la lapide che è a premessa di tutto il
percorso (“Io fui nato e cresciuto sovra il bel fiume d’Arno alla gran villa”)
si snoda poi alla riscoperta delle lapidi che nel ‘900 il Comune fece mettere a
memoria delle vicende dantesche. Dal “mio bel San Giovanni”, il Battistero dove
fu battezzato, ai luoghi del conflitto tra i Donati e i Cerchi, (acerbo il
racconto della violenta morte di Corso Donati, l’uomo che con violenza aveva
preso il potere e cacciato Dante e poi i figli dalla città) che fu la vera
cagione del suo esilio, fino ai ricordi del suo avo più amato e stimato,
Cacciaguida, perito nella crociata alle porte di Gerusalemme. Forse la cosa più
interessante del volume è proprio questa giustapposizione tra la Firenze dei
tempi di Cacciaguida (“Fiorenza dentro da la cerchia antica…si stava in pace,
sobria e pudica”, dice Cacciaguida) e i tempi vissuti da Dante, immersi nello
scontro tra i nuovi ricchi delle manifatture e della finanza e i nobili che gli
Ordinamenti di Giustizia del 1293 vogliono tener fuori dal potere e dalle
cariche della Repubblica. Nella Firenze del 300, insomma, lo sviluppo economico
e la crescita di nuovi ceti (“la gran villa”, la più grande d’Europa a quei
tempi) producono appetiti e scontri tra fazioni che vanno bel al di là delle
vicende nate con lo sgarbo di Bondelmonte alla famiglia Amidei, la sua uccisione
violenta e la nascita delle fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini.
Ma sarebbe inutile ripetizione ripercorrere qui le scoperte e le notizie che
Mosi, col gruppo di amici, ci rimembrano con questo bel lavoro. Agile, sospeso
tra la guida specialistica (Dante e la sua vita) e l’approfondimento culturale,
si esce davvero arricchiti dalla lettura di quest’opera, che del resto va ad
infoltire la ricca lista di libri dedicati da Mosi alla storia meno conosciuta
di certe zone della Toscana (su tutte per me: “Elisa Baciocchi e il fratello
Napoleone. Storie francesi da Piombino a Parigi”), per non parlare delle tante
opere poetiche che lo hanno visto raccogliere numerosi e prestigiosi premi.
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Recensione |
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